30/01/2014

Condannato l’uomo che fece abortire la fidanzata

John Andrew Welden dovrà scontare 14 anni di carcere per aver fatto somministrato con l’inganno il Cytotec alla compagna, che ora si «batterà perché il Parlamento faccia una legge»

Dovrà passare 14 anni in carcere per aver procurato un aborto alla sua fidanzata: «Il ragazzo ha commesso un atto malvagio e ne dovrà pagare le conseguenze». Sono le parole con cui il giudice distrettuale, Richard A. Lazzara, ha chiuso il caso che si era aperto in Florida nell’aprile del 2013.

PASQUA 2013. Remee Jo Lee, 27 anni, aveva perso il figlio nella mattina di Pasqua del 31 marzo scorso. Ma la notizia peggiore le fu data in ospedale dai medici, che le rivelarono che il suo fidanzato, John Andrew Welden, 29 anni, le aveva fatto ingerire una pillola abortiva.
Lee aveva da poco scoperto di essere incinta da sei settimane. A confermare la gravidanza era stato il padre del fidanzato, un ginecologo che l’aveva sottoposta all’ecografia e all’esame del sangue. Proprio quest’ultimo era servito a Welden per ingannare la giovane: «È risultato che hai un infezione – le aveva detto – perciò devi prendere queste medicine». Il ragazzo aveva rubato il ricettario del padre per richiedere il misoprostol in farmacia, la prostaglandina nota anche come Cytotec, usato insieme alla pillola Ru486 per provocare gli aborti “fai da te”.

LA CONFESSIONE. Lee aveva denunciato il fidanzato, accusandolo di aver violato una legge federale del 2004 che protegge dalle violenze i bambini concepiti e non ancora nati. In settembre, Welden aveva ammesso le sue colpe, firmando un patteggiamento così da evitare un possibile condanna all’ergastolo.
Nonostante la confessione del giovane, la difesa aveva sostenuto che la dose di Cytotec assunta da Lee non procurasse necessariamente l’aborto. Fosse stata accolta questa tesi, l’uomo avrebbe subito una condanna a 3 anni e cinque mesi di prigione. Ma l’accusa è riuscita a dimostrare il contrario, portando in aula la letteratura scientifica e diverse testimonianze che hanno convinto il giudice. Welden è stato quindi accusato di manomissione di prodotti di consumo e di inganno, per cui dovrà scontare i 14 anni di carcere.

LA BATTAGLIA. La perdita del nipote ha portato la famiglia Lee a farsi promotrice di un disegno di legge per protegge i bambini non nati. In questi mesi la ragazza ha raccontato ai media quanto fosse devastata e di voler combattere per «assicurarsi che questo non accada mai più a nessuna donna». Lee e la sua famiglia hanno quindi sollecitato il Parlamento della Florida affinché il disegno di legge, già introdotto dal repubblicano Larry Ahern ma mai votato, passi al vaglio della Camera e del Senato.
Attualmente, la Florida è fra i pochi Stati americani che non forniscono alcuna protezione legale alle madri dei figli non ancora nati e uccisi contro la loro volontà.

di Benedetta Frigerio

Festini

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