27/01/2019

Cosa insegna la storia del ballerino Polunin cacciato dall’Opéra dopo quel «effeminati»

«Non siate effeminati, siate uomini, lupi, i leader della famiglia; ci sono già le donne a fare le ballerine, siate maschi. Gli uomini devono essere uomini e le donne devono essere donne». Questa la pietra della scandalo: un’esortazione rivolta dal ballerino ucraino Sergei Polunin direttamente dal suo profilo instagram che gli è costata l’eliminazione dal Lago dei Cigni con l’Opéra di Parigi. Stiamo parlando di un astro nascente della danza che ha ballato in teatri come il Royal Ballet, il Teatro alla Scala, il Bol’šoj, il San Carlo e, appunto, l’Opéra di Parigi, apprezzato anche dal cinema per le sue interpretazioni in film come Assassinio sull’Oriente Express, Red Sparrow e Lo schiaccianoci e i quattro regni.

Il “cigno nero” del balletto russo si è visto annullare la sua partecipazione allo spettacolo dell’Opéra di Parigi, tramite una lettera interna al teatro inviata sabato 12 gennaio da Aurélie Dupont direttrice del ballo dell’Opéra di Parigi, la quale ha riconosciuto la qualità artistica di Sergei Polunin, definendola «fuori discussione», ma giudicando i suoi comportamenti «incompatibili» con i valori della direzione e del corpo di ballo di cui è responsabile.

Tuttavia, analizzando il messaggio “dello scandalo”, definito “omofobo” e “sessista” vengono da fare alcune considerazioni: innanzitutto in cosa consisterebbe la colpa di Polunin, definito “omofobo”? Forse nell’aver incitato i colleghi a cambiare orientamento sessuale? In realtà no, perché il noto ballerino ucraino attaccava, come si evince dalle sue parole, il modo stereotipato di intendere e talvolta di esternare la propria omosessualità.

Ma, ça va sans dire, il pensiero unico deve stabilire persino come un omosessuale debba atteggiarsi, perché, benché una certa concezione della sessualità si vanti di abbattere gli “stereotipi di genere”, in realtà non fa che crearne banalmente di nuovi: se sei omosessuale, devi necessariamente essere anche “gay”, allineandoti automaticamente allo stereotipo dell’omosessuale effeminato e magari anche sculettante.  Il ballerino in questione, quindi, ha suscitato una vera bufera perché alla fin fine ha fatto un efficace richiamo a un dato reale: un uomo con un orientamento omosessuale, rimane sempre un uomo, che piaccia o no, dunque perché non essere liberi di manifestarlo anche negli atteggiamenti esteriori? Ma come accade continuamente nel mondo dominato dai diktat “arcobaleno”, dove la fa da padrona la parola “discriminazione”, l’unica poco dialogante e democratica risposta, è stata proprio il provvedimento implacabile e discriminatorio preso nei riguardi di Polunin.

Manuela Antonacci

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