19/06/2019

Cyberpunk 2077, in arrivo il gioco virtuale con personaggi transgender

CD Projekt Red darà la libertà ai giocatori di realizzare personaggi transgender o gender fluid all’interno di Cyberpunk 2077.

«È un argomento molto delicato e importante. Abbiamo riflettuto molto su questo, una delle cose che vogliamo fare nel gioco finale (che non abbiamo ancora mostrato nella demo, perché è ancora in fase di realizzazione) è quello di offrire ai giocatori tutte le opzioni di personalizzazione sin dall’inizio del gioco», ha detto il “quest director” Mateusz Tomaszkiewicz, il quale soddisfatto ha specificato anche in cosa consista questa “personalizzazione”: «ad esempio vogliamo far sì che quando crei il tuo personaggio, dopo aver scelto il tuo tipo di corporatura, puoi per esempio costruire il tuo volto generando dei tratti fisici che solo successivamente dovrai assegnare a un sesso maschile o femminile».

Il Ceo Marcin Iwinski ha aggiunto che l’editor che abbiamo visto finora non è «definitivo», in quanto «ci sarà piena fluidità e in più si potrà scegliere la voce maschile o femminile», in base ai propri gusti.

Ma in realtà, un cambiamento presentato con tanta naturalezza, non è stato così ben accetto dal popolo della rete. Il pomo della discordia è stato rappresentato da un poster raffigurante una persona transgender, usato per pubblicizzare il nuovo Cyberpunk 2077, che avrebbe creato due fazioni: la prima che considera il personaggio ancora troppo sessualizzato, nonostante il mix di caratteristiche maschili e femminili nei tratti del viso e del corpo e quindi addirittura “denigratorio” per l’intera comunità transessuale; e la seconda fazione, che non si porrebbe affatto questo problema considerando il nuovo personaggio, con caratteristiche conturbanti, perfettamente calato, anzi, nello spirito inquietante del videogioco.

Tra l’altro ci si chiede che senso abbia affermare a tutti i costi la fluidità di genere dei personaggi se il contesto è quello di una città cyberpunk in decadenza, Night City, popolata da loschi figuri il cui unico scopo è lucrare sfruttando i corpi altrui? A che scopo tutto questo? È lecito sospettare che si tratti della solita operazione di marketing finalizzata a strizzare un occhio ai fruitori appartenenti alla comunità Lgbt o a ottenere un ritorno in termini di immagine in un mondo, quello virtuale, in cui il virus arcobaleno è già penetrato da tempo e sta diventando sempre più endemico, fino a dettare persino (è proprio il caso di dirlo…) “le regole del gioco”...

Manuela Antonacci

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