03/04/2018

Diritti umani al Parlamento Europeo: ma quali diritti?

Il Parlamento europeo ha adottato la sua relazione annuale sulla situazione dei diritti umani nell’UE il 1 ° marzo 2018. La relazione, considerata uno strumento fondamentale per la difesa di tali diritti umani, è fortemente criticabile e dovrebbe suonare come campanello d’allarme per chi davvero crede nella necessità che ogni istituzione democratica tuteli i diritti umani.  E ricordiamo che i diritti umani non sono quelli sanciti nelle Carte elaborate dai parlamenti, ma quelli scritti nella natura umana: quelli che esistono da sempre, ad ogni latitudine.

I diritti umani secondo il Parlamento UE

Il diritto alla libertà di espressione

Una delle preoccupazioni del Parlamento europeo è “l’allarmante aumento delle manifestazioni di odio, incitamento all’odio e notizie false”. Condanna pertanto gli episodi di “incitamento all’odio motivati ​​da razzismo, xenofobia o intolleranza religiosa o da pregiudizi nei confronti della disabilità, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere di una persona, che si verificano quotidianamente nell’UE “.

Le élite governative non sono immuni da questo comportamento, osserva il Parlamento europeo, perché “[accettano] la normalizzazione dell’odio parlato sponsorizzato o sostenuto da autorità, partiti politici o leader politici e riportato dai social media”.

Ma i membri del Parlamento europeo che hanno votato per approvare questa relazione con una schiacciante maggioranza non hanno riconosciuto un problema centrale: non esiste una definizione chiara di ciò che costituisce “discorso d’incitamento all’odio” (hate speech). A livello UE, la definizione è vaga e piuttosto soggettiva. Inoltre, non è stato preso in considerazione in nessun documento o trattato internazionale sui diritti umani, né è stato definito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo o da alcun altro tribunale internazionale.

E allora cosa accade in caso di opinioni controverse? Come già accade in Paesi dove la democrazia è rimasta solo sulla carta (per es. Canada, Francia, UK, ndR) “incitamento all’odio” può essere qualsiasi critica all’aborto, all’Islam, alla legislazione sul matrimonio o sulle migrazioni di massa – e quindi il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni sarebbe cancellato e considerato una violazione dei diritti umani.

In barba all’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE afferma chiaramente che “Tutti hanno diritto alla libertà di espressione. Questo diritto include la libertà di tenere opinioni e di ricevere e di comunicare informazioni e idee senza interferenze da parte delle autorità pubbliche e indipendentemente dalle frontiere. “

La relazione adottata dal Parlamento europeo ricorda il valore fondamentale della libertà di espressione – ma solo in riferimento ai giornalisti.

Nessuna menzione dei diritti dei genitori

Il Rapporto sottolinea anche l’importanza dell’educazione per lo sviluppo dei valori. Esso “Incoraggia l’inclusione nei programmi scolastici di educazione sul valore della tolleranza al fine di fornire ai bambini gli strumenti di cui hanno bisogno per identificare tutte le forme di discriminazione”. E ovviamente invita a “Condividere le migliori pratiche degli Stati membri per affrontare gli stereotipi di genere a scuola“.

Ma perché non si fa menzione di alcun diritto dei genitori ? La Convenzione europea sui diritti umani tutela chiaramente i diritti dei genitori. Nel contesto dell’educazione e dell’insegnamento dei bambini, l’Articolo 2 recita: “Nell’esercizio delle funzioni che assume in relazione all’educazione e all’insegnamento, lo Stato rispetta il diritto dei genitori di assicurare tale istruzione e insegnamento in conformità con le loro convinzioni religiose e filosofiche.

[Evidentemente il Parlamento Europeo, non solo è ben deciso a promuovere l’educazione “gender” a scuola, ma è connivente con quegli Stati in cui ai genitori viene negato anche il diritto di curare i propri figli malati, come accade nella “democratica” Inghilterra – pensate a CharlieGard, Isaiah Haastrup e Alfie Evans, ndR]

L’obiezione di coscienza

Nel rapporto sui diritti umani del  Parlamento Europeo, è assente il diritto all’obiezione di coscienza sancito dall’articolo 10, paragrafo 2 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: “Il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto, in conformità con le leggi nazionali che disciplinano l’esercizio di questo diritto.”

È quindi motivo di grande preoccupazione vedere che non vi è menzione del diritto all’obiezione di coscienza nella relazione sui diritti fondamentali.

Questi sono solo alcuni degli aspetti problematici della relazione annuale sulla situazione dei diritti fondamentali nell’UE...

Roxana Stanciu

Fonte: European Dignity Watch

 


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