13/08/2015

Diritti umani: l’APA giustifica la tortura

I diritti umani non piacciono troppo all’American Psychological Association (APA). Eppure l’associazione viene citata a proposito e a sproposito come la somma autorità depositaria della verità rivelata, specie quando si tratta di propagandare l’ideologia gender, l’omosessualismo e anche (in modo più cauto) la pedofilia.

Ultimamente, però, l’illustre consesso ha preso delle posizioni decisamente sopra le righe che gli ha apportato un notevole discredito. Ecco cosa scrive Luca Volontè su Matchman News.

Come sia possibile giustificare la tortura ci sfugge, mai però ci saremmo sognati che il supporto ai torturatori e gli argomenti per sostenerne la legittimità fossero forniti da una delle più prestigiose associazioni di psicologi mondiali, la APA americana. Il tutto, durato anni, per ‘ingraziarsi il Governo e assecondarne i desideri’. Molti pensano che ora si aprirà un ‘vaso di pandora’ e in merito a molte altre decisioni e valutazioni dell’APA verranno scoperti ‘segreti ed interessi politici’, più che ricerche e valutazioni scientifiche.

Gli psicologi americani promettono di non essere più complici delle torture. I dossier e le polemiche scatenate dalla ricerca indipendente sulle connivenze e le collusioni tra l’APA (Associazione degli Psicologi Americani) e organismi alle dipendenze del Governo americano sulle pratiche di tortura, ha messo in crisi la credibilità della APA negli Usa e nell’intero mondo.

Nel 2005 i vertici della American Psychological Association hanno cambiato il proprio codice etico e da quel momento – è una delle riflessioni di Michael Cook redattore di MercatorNet – le loro scelte e i loro comportamenti hanno “deviato” dalla missione originale.

L’uso della tortura nei confronti di terroristi o presunti tali, che aveva segnato la fine dell’ultimo mandato di Bush, oggi colpisce direttamente la prestigiosa ‘American Psychological Association’ (APA). Un rapporto scottante e impressionante sulle collusioni tra i capi della APA e il governo ha portato a una crisi profonda di credibilità della associazione e ad una profonda riflessione interna. Tant’è che la assise annuale dell’APA di Toronto di questi giorni si preannuncia molto infuocata (http://annualmeeting.psychiatry.org/) .

Il rapporto indipendente sulle connivenze tra APA e pratiche di tortura, scritto dall’avvocato David Hoffman, è stato caustico sull’etica contorta seguita al più alto livello dell’organizzazione.

Il dr. Nadine Kaslow, presidente APA dallo scorso anno, nelle sue prime reazioni alle notizie ha espresso “profonda vergogna per questo capitolo desolante della nostra storia”.

“L’intento dell’organizzazione non era quello di consentire tecniche di interrogatorio abusive o contribuire a violazioni dei diritti umani, ma con rammarico dobbiamo prendere atto che questi sono gli esiti. Le azioni, le politiche e la mancanza di indipendenza da ‘influenze governative’ descritta nella relazione Hoffman hanno rappresentato un fallimento dei nostri valori fondamentali. Ci rammarichiamo profondamente, e ci scusiamo per il comportamento e le conseguenze che ne sono derivate”.

Gli abusi riservati ai detenuti di Guantanamo sono stati ben documentati negli ultimi anni. Tra essi a colpire di più l’opinione pubblica ci sono le posizioni fisiche stressanti, la privazione del sonno, le minacce, l’uso delle fobie dei detenuti, il degrado delle celle e il waterboarding.

L’apertura del carcere avvenne l’11 gennaio 2002 ed ancora oggi, il 22 luglio 2015, il portavoce della Amministrazione Obama ha annunciato che siamo solo “alle fasi finali” che precedono la chiusura del carcere ed, auspicabilmente, delle torture verso i prigionieri.

Queste pratiche erano difficili da presentare, anche all’interno del Dipartimento della Difesa e della CIA, per cui la presenza di psicologi professionisti era essenziale. Gli esperti dell’APA hanno rassicurato i militari e le squadre legali e fornito argomenti che potessero aiutare a descrivere le tecniche di interrogatorio “avanzato”, come sicure, efficaci e legali, soprattutto etiche. Bludental

Nel 2005, poco dopo il cambio del Codice etico interno della associazione, il presidente della APA creò un comitato denominato “Task Force Presidenziale per l’etica e la sicurezza nazionale”. In breve tempo i vertici dell’APA hanno redatto una relazione con 12 linee guida etiche che sono state adottate come politica etica ufficiale da parte del Consiglio dell’APA. Purtroppo, queste linee guida sono state volutamente costruite per consentire la collaborazione attiva tra APA e organismi che compivano ordinariamente atti di tortura.

Il rapporto Hoffman si conclude evidenziando la ragione politica di questa scelta: “allineare i principi e le pratiche dell’APA e con i Dipartimenti della Amministrazione del Governo” e trarne benefici. (Il testo del Rapporto in inglese qui: http://www.nytimes.com/interactive/2015/07/09/us/document-report.html?_r=0). Colpisce che tra gli esperti dell’APA non ci siano funzionari sleali di secondo livello, bensì psicologi che sono al vertice della organizzazione nazionale (il Direttore dell’etica dell’APA, Stephen Behnke; il past-president, il presidente eletto, l’Amministratore Delegato, vice amministratore delegato, consigliere generale e il direttore della comunicazione).

L’altra associazione americana degli “Psicologi per i diritti umani” ha denunciato le pratiche decennali dell’APA, con una nota nella quale si afferma che “la collusione dell’APA con l’apparato di sicurezza nazionale del governo è uno dei più grandi scandali nella storia medica degli Stati Uniti. Devono essere prese misure immediate per ripristinare l’etica professionale e di salute e per garantire che questo non accada mai più.

Comunque vada a finire la vicenda, la credibilità dell’APA rimarrà fortemente segnata da questa terribile vicenda e già si avanzano dubbi sulla obiettività delle valutazioni fatte dalla associazione e il cambio di prospettiva deciso nel 2004 in materia di unioni omosex e matrimoni omosex e ancor più recentemente sulla pedofilia. (Qui un commento in inglese: http://www.wnd.com/2014/01/pedophilia-the-next-sexual-rights-revolution/).

Luca Volontè

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