14/10/2017

“Donna incinta” non si può più dire: un appello danese all’ONU

 La Danimarca ha stilato una raccomandazione al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani affinché non si usi il termine “donna incinta” perché transfobico: esclude le “persone transgender” che possono essere gravide pur essendo di “genere” maschile.

Il problema è proprio di genere, come abbiamo rilevato più volte, anche quando nel Regno Unito hanno sollevato lo stesso problema di transfobia nel linguaggio: una donna è una femmina. E resta donna anche se si taglia i seni, si fa crescere la barba e si appiccica un pene più o meno funzionante. Tanto è vero il fatto che resta donna, che se non si fa togliere l’utero può restare incinta e generare un figlio (magari con taglio cesareo, se si è fatta chiudere la vagina). Però – come l’ideologia gender insegna – lei non si sente donna, ma si sente uomo. Perciò ha preso ormoni e si è fatta mutilare in quel modo. Quindi quando partorirà il bambino lei sarà il padre (e perciò rivendica pure il diritto – da uomo – di avere le mestruazioni e di allattare al seno).

E intanto in Inghilterra sui certificati di nascita non si scrive più se il bambino è maschio o femmina (deciderà da grande...).

Questa è la follia dell’ideologia che non si arrende all’evidenza e alla realtà. E il problema si complica perché questi “ciechi” pretendono che anche gli altri non vedano le cose come stanno: in diversi Paesi si rischiano sanzioni ( e anche la galera) addirittura se si sbaglia il pronome da usare nei confronti di un trans: se una donna si sente un “lui”, guai a chiamarla al femminile... e così guai a dire “donna incinta” o “madre”: si deve dire “persona” incinta, che potrebbe anche “sentirsi” padre. E tutti dobbiamo assecondare questa assurdità.

Inutile dire che la follia prende piede nel terreno del politicamente corretto che mira alla scompaginazione della realtà, della società e delle persone.

La Danimarca, poi,  ha anche affermato che la sua interpretazione del “diritto alla vita” comprende il diritto all’aborto: altra contraddizione in termini che fa a pugni con la realtà mortifera dell’aborto...

Il Comitato dei diritti umani dell’ONU, intanto sta raccogliendo  le osservazioni dei paesi sul Patto internazionale sui diritti civili e politici, e in particolare sulla sezione che affronta il “diritto alla vita”, di cui abbiamo detto qui.

Negare l’umanità di un essere umano nel grembo è negare la biologia. Affermare che gli uomini possono restare incinti è negare la biologia. Dire che “diritto alla vita” significa  diritto di uccidere un altro essere umano è una follia abietta.

Vogliamo negare che questo è il mondo alla rovescia? Diamoci da fare per raddrizzarlo...

Redazione

Fonte: LifeSiteNews

 


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