24/09/2016

Droga “leggera” libera? Attenti al fumo passivo (del cane, però)

La droga che alcuni continuano a voler chiamare “leggera” fa male.

I ragazzi che ne fanno uso lo sanno, ma non lo ammettono: i più onesti, al massimo, dicono che “non fa bene”, ma subito aggiungono che “non fa male”.

Purtroppo ci sono molti cattivi maestri che fanno propaganda alla droga, anzitutto, appunto, inventando la vulgata della “droga leggera”, e che quindi sostengono a spada tratta che “non fa male”. Eppure, risulta che perfino il fumo passivo delle canne possa far male.

Andando a cercare sul web si trovano da anni articoli di siti animalisti che danno l’allarme per gli effetti nocivi della droga “leggera” sugli animali domestici. Sì, sui cani (*).

Il 23 marzo 2011 Excite Italia riportava l’allarme per il fumo di canne passivo dei cani.

La Direttrice della Clinica veterinaria Romasud, dott.ssa Daniela Mignacca, avrebbe registrato un numero sempre più frequente di ricoveri dei nostri amici animali in overdose di hashish. Circa tre casi al mese “rischiano la vita per aver ingerito o inalato una canna“.
Per salvare loro la vita, continua l’articolo, se tempestivamente assistiti si può tentare con una lavanda gastrica, altrimenti è necessario usare una “terapia di sostegno con ossigeno e fluidi“.
Ma ci sono anche rischi importanti delle vie respiratorie degli amici dell’uomo, per cui si raccomanda ai padroni di non farsi canne in loro presenza.

Su Amore a Quattro Zampe, in data 28 maggio 2016, e su Tutto Zampe, 30 maggio 2016, lancia l’allarme di un veterinario del Quebec, Dan Cartwright, per i numerosi cani ricoverati in gravi condizioni dopo aver ingoiato cibo contenente marijuana o aver inalato una canna del padrone che usa marijuana per “uso terapeutico”.

DolceVita online, in data recentissima, 13 settembre 2016, ha scritto “Questo Chihuahua ha mangiato l’erba del suo padrone” in cui si racconta la vicenda (divulgata dal padrone stesso del cagnolino, insieme alle foto, sul social network Reddit) di uno sventurato chihuahua che è stato sotto l’effetto della sostanza per 10 ore. E’ stato portato subito dal veterinario dove “è stato aiutato a vomitare e poi è stato tenuto in osservazione“. Si precisa che “non ha subito danni particolari” ed ora (parole del padrone) “è tornato allegro e normale” anche se “evidentemente non si è divertito“, infatti non riusciva a reggersi sulle gambe ed era spaventato.

Rilessione: ciò che il cane ha realmente provato, paura a parte, non si può sapere; né si può essere sicuri sul “ora va tutto bene, nessun danno“. Da cosa si è saputo con certezza che non ci sia stato qualche danno importante all’organismo ed al cervello? Un danno per ora non osservabile; e quando verranno fuori i sintomi chi stabilirà un nesso? Nessun calo cognitivo o qualsivoglia deficit psiconeurologico? Per una visita veterinaria e perché “è tornato allegro e normale“. Di certo non dovrà rientrare a scuola ad eseguire equazioni ...

Chi scrive l’articolo però vuole essere serio e non si ferma alla storiella. I padroni devono essere responsabilizzati, in quanto il problema esiste, è importante per le sempre più frequenti notizie che arrivano da oltreoceano. Bisogna evitare di fumare droga in macchina (!!!) con i finestrini chiusi, se c’è il cane. Bisogna infatti tenere presente che il “sistema endocannabinoide” dei cani è molto sviluppato e ciò li rende più sensibili di altri animali e degli “umani” al THC, anche se la dose letale di tale sostanza pura per un cane è circa “3 grammi/chilo, quindi la morte per intossicazione è sostanzialmente impossibile, allo stesso modo che nell’uomo“.

Intanto dall’aprile scorso in America è pronta una legge sulla cannabis veterinaria. Si sta procedendo per tale legge con estrema cautela. Perché non c’è una cautela un milione di volte superiore per l’immissione nel mercato della cannabis per esseri umani? Per gli animali si procede valutando, ponderando, rischi e benefici dal punto di vista veterinario; tenendo conto che le caratteristiche dell’ organismo di un cane sono diverse da quelle del cavallo; all’interno della stessa specie animale si sta attenti alle caratteristiche di ogni razza; all’interno della stessa razza a quelle del singolo animale, a partire dal peso corporeo! E si chiede “agli umani” di stare attenti a non dimenticare in giro erba o alimenti che contengono la cannabis, altrove ho letto: “come si deve fare con i bambini con le medicine“...

E qualcuno ha pensato al fumo passivo dei bambini? I veterinari sono più scrupolosi dei pediatri? Quanto tempo devono rimanere aperte le finestre, cercando di far corrente, per cambiare aria in casa? E come si può sapere se un ragazzo, un adulto, un anziano, presente in casa abbia un “sistema cannabinoide” particolarmente sensibile, più degli altri “umani”?

Isabella Leonardi

(*) Per ulteriori approfondimenti sugli effetti che ha la cannabis sui cani:

 Top Companion Anim Med;

J Vet Emerg Crit Care (San Antonio);

 Vet Hum Toxicol;

J Am Vet Med Assoc.

 

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