20/06/2019

Votare politici abortisti? Un vescovo argentino non ci va leggero

«Alcuni ricevono la comunione pur negando gli insegnamenti della Chiesa o dando pubblicamente supporto a scelte immorali, come l’aborto, senza pensare che stanno commettendo atti di grave disonestà personale e causando scandalo. Tanti cattolici inoltre non comprendono perché sia peccato sostenere politicamente un candidato apertamente favorevole allaborto o ad altri atti gravi contro la vita, la giustizia e la pace». Questo è quanto leggiamo al punto 73 dell’Instrumentum Laboris del Sinodo sull’Eucaristia (2005).

La questione era stata sollevata dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Levada, che insieme agli altri padri sinodali cercò di fare chiarezza tra i fedeli; molti sono infatti i cattolici che hanno accettato l’aborto come “;diritto” o che non si fanno problemi nel votare politici o partiti che sostengono aborto ed eutanasia. La questione è stata ripresa ultimamente in quanto un vescovo argentino, Mons. Héctor Aguer, durante un’intervista a Canal 9 ha dichiarato: «Il tema dell’aborto è da tenere in debita considerazione. Optare quindi per un candidato abortista o per un partito che tra i suoi programmi prevede leggi contro la vita significa andare verso il peccato mortale. Chi lo fa sostanzialmente si comporta da complice. [...] Secondo me è peccato mortale votare chi sostiene l’aborto».

Durante il Sinodo sull’Eucaristia, il Card. Lopez Trujillo aveva dichiarato che i sostenitori e gli stessi politici abortisti non potevano ricevere l’Eucaristia: «Si può permettere l’accesso alla comunione eucaristica a coloro che negano i principi e i valori umani e cristiani? La responsabilità dei politici e legislatori è grande. Non si può separare una cosiddetta opzione personale dal compito socio-politico. Non è un problema ‘privato’, occorre l’accettazione del Vangelo, del Magistero e della retta ragione! Come per tutti, anche per i politici e i legislatori vale la parola di Dio: ‘Chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore indegnamente… mangia e beve la sua condanna’ (l Cor 11,27.29)» (Interventi dei Padri Sinodali nella ottava Congregazione Generale di venerdì mattina, Zenit, 7 ottobre 2005).

Fare la Comunione infatti non è un atto formale o “;partecipare a un momento insieme”, ma è ricevere il Corpo ed il Sangue di Cristo, e come può riceverlo chi nega il principio cristiano di non uccidere l’innocente?

L’intervento del Vescovo Aguer ci ha ricordato che non si può mai essere complici del male e che i cattolici hanno una grande responsabilità: testimoniare la Verità anche a costo di persecuzioni (per fare un esempio pensiamo a quanto ha dovuto sopportare il medico cattolico Lejeune per le sue posizioni pro vita) e difendere senza compromessi i principi non negoziabili.

Chiara Chiessi

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