03/07/2019

“;Ecografia pro life”: in Kentucky resiste un argine all’aborto

Le ecografie possono essere determinanti, per una madre, per cambiare radicalmente idea sull’aborto e salvare la vita del proprio bambino. Generalmente, nelle cliniche abortiste degli Stati Uniti, non viene permesso, invece, alle donne di vedere il bambino che portano in grembo.

Una prassi che cambierà, dopo che una Corte d’Appello federale ha confermato una legge del Kentucky, del 2017, che impone ai medici che eseguono gli aborti di effettuare prima un’ecografia e farla vedere alla donna incinta. Questo per mostrare e descrivere l’immagine del bambino, ma anche per riprodurne e far sentire il battito cardiaco.

L’American Civil Liberties Union (Aclu), infatti, che rappresenta dal punto di vista legale l’unica clinica per aborto nello Stato a stelle e strisce, ovvero l’Emw, Women’s Surgical Center, aveva chiesto una revisione della legge proprio per consentire ai medici di non mostrare le ecografie. La sesta Corte d’Appello degli Stati Uniti, venerdì scorso, si è però rifiutata di revisionare ed eventualmente dichiarare modificabile la suddetta legge e ha quindi confermato la normativa. Il governatore repubblicano del Kentucky, Matt Bevin – in carica dal 2015 – ha affermato che si tratta «di una grande vittoria per tutto il mondo pro life» e per continuare sulla strada della tutela della vita nascente.

In un primo momento, il giudice David Hale – pur riconoscendo il diritto di ogni Stato a proteggere la vita nel grembo e ad assicurare il benessere psicologico delle donne incinte e la loro corretta informazione – aveva bollato come incostituzionale la legge del Kentucky, poiché – secondo il giudice – interferiva in modo inammissibile con il I Emendamento. Tuttavia, contrariamente a quanto ipotizzato in un primo momento, i giudici della sesta Corte hanno stabilito che la legge non viola la libertà di espressione dei medici, ma anzi che le informazioni raccolte e rese possibili da un’ecografia sono assolutamente “pertinenti” nel processo decisionale di una donna.

Salvatore Tropea

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