25/04/2016

Educazione sessuale globale: l’OMS insiste, ma l’opposizione cresce

Abbiamo recentemente segnalato il documentario di Family Watch International  sull’Educazione Sessuale Globale (CSE, Comprehensive Sexuality Education).

Il titolo è molto eloquente: La guerra contro i bambini: l’agenda ONU per un’educazione sessuale globale”.

Può cliccare qui, chi non conosce la questione: alle Nazioni Unite vengono continuamente proposti documenti che promuovono ‘diritti sessuali’ quanto mai controversi, specie laddove auspicano una educazione sessuale radicale anche per i bambini molto piccoli.

Siamo lieti, però, di comunicare che il tentativo di includere l’educazione sessuale globale in un un recente documento delle Nazioni Unite non è riuscito.

Tutti i riferimenti alla CSE sono stati rimossi dal documento finale della Commissione delle Nazioni Unite sulla Popolazione e lo Sviluppo (Commission on Population and Development – CPD) la scorsa settimana.

Si sta delineando, infatti, una coalizione forte e crescente di governi (da ogni parte del mondo) che hanno compreso i pericoli della CSE.

Purtroppo è rimasto il riferimento ai ‘diritti riproduttivi’. D’altro canto la pressione della cultura della morte è potente. Ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel rapporto del 2015, ribadisce che la ‘salute sessuale’ presuppone l’accesso all’aborto a richiesta e fa propaganda della sessualità intesa come un gioco che dà piacere fisico fine a se stesso.

Questa nozione di ‘rapporto sessuale a scopo ludico’ implica l’oggettivizzazione del corpo proprio e altrui ed è il primo passo verso la strumentalizzazione dell’altro (la ‘donna oggetto’ tanto deprecata dall’ideologia femminista), con il solo fine di avere esperienze sessuali ‘piacevoli’. Una filosofia perfettamente in linea con l’individualismo più sfrenato che degenera nel nichilismo e nell’auto-distruzione dell’umano.

Tutti, infatti, sanno quanto il sesso fine a se stesso, senza un coinvolgimento emotivo, sentimentale, davvero globale, sia un piacere effimero che lascia alla lunga profondamente delusi e insoddisfatti. Ed è facile capire che laddove si giustifichi l’uso del corpo altrui per il proprio piacere, si consente alla sopraffazione dei soggetti più deboli.

L’OMS, inoltre, insiste che la varietà  di rapporti sessuali contribuisce al senso generale di benessere e alla salute delle persone.

Veramente?

Non solo l’esperienza comune, ma anche le ricerche scientifiche dimostrano che è vero il contrario. Il sesso promiscuo non è per nulla sano, vista la recrudescenza delle epidemie di malattie sessualmente trasmissibili, proprio nei Paesi che più diffondono le politiche OMS per l’educazione sessuale  delle nuove generazioni.

C’è anche un altro dato da registrare come un vero successo del fronte pro vita e pro famiglia. Nel documento della CPD c’è un paragrafo che insiste sul principio di sussidiarietà: il rispetto della sovranità degli Stati e dei loro valori religiosi e culturali. Valori che invece diversi Governi e agenzie delle Nazioni Unite vorrebbero scavalcare  per forzare la loro propaganda pro morte nei Paesi in via di sviluppo.

Va infine segnalato il discorso di Annie Franklin, direttrice di Family Watch International, che ha sottolineato il ruolo centrale della famiglia nello sradicare la povertà e la fame, nel raggiungere l’istruzione primaria universale, nel promuovere l’empowerment delle donne, nel ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna e la lotta contro l’HIV, la malaria e altre malattie. Per questo FWI auspica che l’ONU voglia mettere la famiglia al centro dell’agenda sviluppo post-2015 delle Nazioni Unite.

Redazione   


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