04/01/2018

Eminem chiede perdono al suo bambino mai nato

Eminem, il celebre rapper americano, noto per le sue rabbiose diatribe contro la società, nel suo nuovo album “Revival”, ha pubblicato un singolo che parla di una esperienza dolorosa che ha vissuto: l’aborto di suo figlio ed i traumi che ne sono seguiti.

I media, accorti nel cogliere, all’interno dell’album, le varie tematiche politiche, hanno trascurato quel brano che senza dubbio ha più toccato la sfera intima dell’artista, oltre che un vero e proprio dramma sociale mascherato, spesso, da conquista.

È proprio intorno a questo inganno – racconta un articolo di LifeNews – che si costruisce il testo di “River”: una dolorosa confessione del suo crimine ed un potente grido di perdono rivolto al piccolo ed alla madre.

Eminem è senza veli nella descrizione di tutta la storia. Ammette di essere un imbroglione seriale, un «tossicodipendente» che dopo aver avuto una relazione con una donna, Suzanne, l’ha abbandonata ed allontanata dalla sua vita. Ciò che, di lui, però, non poteva abbandonarla era il figlio concepito insieme e della cui vita Eminem non voleva prendersi cura.

Brutale ma sincero, Eminem si descrive in preda al panico di fronte a questa nuova responsabilità e confessa: «Ti ho fatto uccidere il mio bambino». Al suo “bambino”, non ad un generico grumo di cellule, si rivolge tutto il suo straziante dolore e l’ammissione della sua colpa, quella che – afferma -, insieme all’abbandono di Suzanne, lo ha reso un «ipocrita».

Il tragico errore di Eminem, che «come detersivo e candeggina brucia la ferita», ed il suo sincero pentimento sono per noi una testimonianza che ci fa riflettere sulla gravità dell’aborto. Tante sono le testimonianze di chi si è pentito di un tale gesto e tutte sono concordi nell’affermare che l’aborto è un terribile omicidio.

Solo l’amore può ricostruire una vita distrutta dai sensi di colpa e, quando questo succede, si può diventare persone nuove e testimoni della gravità dell’aborto, per aiutare altri a non cadere nella sua infida trappola letale.

Luca Scalise


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