13/07/2018

Eurostat: invecchiamento della popolazione europea e immigrazione

Nuovi dati governativi confermano l’inesorabile invecchiamento della popolazione nativa nell’Unione Europea, in declino a causa del maggior numero di morti rispetto alle nascite nel 2017. Dati che non ci stupiscono: abbiamo già analizzato le cause remote di questo fenomeno e i suoi effetti sullo sviluppo nel nostro Paese. Il 10 luglio l’ufficio statistico dell’Unione europea, Eurostat, ha pubblicato un rapporto sugli ultimi dati sulla popolazione. Risulta che l’UE ha visto 5,3 milioni di morti e 5,1 milioni di nascite nel 2017. La popolazione complessiva è passata da 511,5 milioni a 512,6 milioni, tuttavia, per effetto degli immigrati che hanno fatto la differenza.

«Con 82,9 milioni di residenti (pari al 16,2% della popolazione totale dell’UE, il 1 ° gennaio 2018), la Germania è lo Stato membro dell’UE più popolato, davanti a Francia (67,2 milioni, pari al 13,1%), Regno Unito (66,2 milioni o 12,9 %), Italia (60,5 milioni, 11,8%), Spagna (46,7 milioni, 9,1%) e Polonia (38,0 milioni, o 7,4%)», afferma il rapporto. «Per gli altri Stati membri, nove hanno una quota compresa tra l’1,5% e il 4% della popolazione dell’UE e tredici una quota inferiore all’1,5%».

L’Irlanda ha mantenuto il più alto tasso di natalità e il più basso tasso di mortalità nell’UE, facendo crescere la sua popolazione naturale di un tasso cinque volte superiore alla media dell’UE. L’Ufficio centrale di statistica dell’Irlanda (CSO) prevede che la popolazione continuerà a crescere fino a raggiungere circa 6,7 ​​milioni nel 2051. Non dimentichiamo, però, che fino a poche settimane fa in Irlanda era vietato l’aborto, e resta da vedere se le attuali previsioni troveranno conferma nei fatti anche dopo i nefasti effetti culturali di una legislazione pro choiche.

Il dato più interessante riguarda, neanche a dirlo, il ruolo di salvaguardia della crescita giocato dall’immigrazione. Una crescita comunque misera, se si guarda alle cifre, e a un prezzo che al momento sembra siano in pochi a giudicare esorbitante: il multiculturalismo. «L’Europa ha importato una considerevole massa di persone sul presupposto implicito che una maggiore diversità in una società invariabilmente genererà sempre più tolleranza», nota Brian Stewart dalle colonne del Federalist. “Ammesso e non concesso”, si potrà continuare a illudersene finché le minoranze resteranno tali.  Vedremo cosa accadrà quando le proporzioni cominceranno a cambiare. Tanto per dire, dopo gli attentati del 7 luglio a Londra, i sondaggi rivelavano che il 68% dei musulmani britannici riteneva che i cittadini che “insultano l’Islam” dovrebbero essere arrestati e perseguiti.

Redazione

Fonti:
LifeSiteNews
Eurostat

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