29/11/2013

“Eutanasia dei bimbi e figlio unico come in Cina”

Le idee di Vermeersch, l’ex gesuita che teorizza anche la sterilizzazione

Lo hanno chiamato “il grande dibattito”. Si è svolto al Parlamento europeo e ha riguardato la nuova legge sull’eutanasia dei bambini in corso di approvazione in Belgio. Hanno partecipato il dottor Jan Bernheim, sostenitore delle leggi sul “diritto di morire”; Alex Schadenberg dell’Euthanasia Prevention Coalition, e il professor Etienne Vermeersch, il padre delle leggi sull’aborto e l’eutanasia in Belgio”. Bernheim ha parlato per primo. Ha rivelato che a praticare l’eutanasia nel suo paese non sono soltanto i medici, ma anche le infermiere. Vermeersch ha spiegato che la modifica alla legge in vigore dal 2002 è necessaria “per consentire di praticare l’eutanasia sugli handicappati”, adulti o bambini che siano. “La paralisi dà il diritto all’eutanasia”, ha detto il professor Vermeersch, la figura chiave per capire come il Belgio e l’Olanda siano diventati i paesi pionieri al mondo sull’eutanasia. I quattro senatori del governo guidato dal premier socialista vallone Elio Di Rupo hanno già di fatto ottenuto una maggioranza trasversale vastissima. Nella proposta, che viene dai senatori liberali Jeannine Leduc e Paul Wille, i medici potrebbero mettere “fine alla vita di un bambino, qualora si trovi in una situazione medica senza uscita, in uno stato di sofferenza fisica o psichica costante e insopportabile, e che presenti una domanda di eutanasia”. E’ stato Vermeersch a ispirare la legge con le sue teorie.

Il giuramento di Ippocrate? Obsoleto
Nato in una famiglia cattolica, Vermeersch è entrato nell’ordine dei Gesuiti nel 1953; Vermeersch lo ha chiamato “il grande ritiro”. Cinque anni dopo, l’accademico rompe con la fede cattolica e diventa un militante scettico e ateista, “un umanista”. Nel 1979 si pronuncia a favore della depenalizzazione della pedofilia. Ma il suo nome è soprattutto legato alla teoria della sovrapopolazione come minaccia principale all’umanità. Sostiene che i governi debbano intervenire per limitare i tassi di fertilità a un solo figlio per coppia. Così si è espresso a favore della draconiana e disumana politica del figlio unico in Cina: “L’alternativa è un disastro umanitario più grande”, ha scritto. Jan De Zutter, esperto di bioetica per gli esecutivi socialisti, ha denunciato le sue teorie come “disumane”.

Vermeersch ha proposto anche l’abolizione del giuramento di Ippocrate. “Giuro per Apollo e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dei tutti e per tutte le dee”. E’ il primo capoverso scritto nel 400 avanti Cristo dal padre della medicina. “Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo”. Secondo Vermeersch, “sono regole scritte più di duemila anni fa e non valgono più”. Vermeersch ha anche proposto una legge che costringa tutti gli ospedali del paese, compresi i cattolici, a fornire servizi abortivi.

“Oggi siamo circa 7,070 miliardi di persone e questo è insostenibile alla luce dei cambiamenti climatici e di altri fattori ambientali”, ha detto Vermeersch. “907 milioni di persone soffrono la fame. Questo significa che quasi una persona su sette nel mondo soffre la fame. La popolazione deve diminuire. E’  assolutamente immorale che chiunque possa avere figli se lo vuole. Non consideriamo come un diritto umano assoluto che le persone possono decidere liberamente il loro numero di bambini. Ma un diritto che conduce alla distruzione della specie non è umano”. Serve il coraggio di porre dei limiti, conclude Vermeersch. “Questo è stato fatto in Cina con la politica del figlio unico. Quello era un provvedimento molto duro, ma necessario”. Idee su come costringere le donne a non fare figli? Vermeersch ha una ricetta: “Consegnando premi alle donne che si sottopongono alla sterilizzazione”. Il professore auspica l’adozione di misure di “coercizione lieve”.
In questo brodo eugenetico, dispotico e antinatalista che sta nascendo la prima legge per la “dolce morte” dei bambini al mondo.

di Giulio Meotti
Il Foglio

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