28/03/2017

Eutanasia e predazione di organi in Canada

Secondo il National Post, 26 persone in Ontario , morte per eutanasia, hanno donato organi prima di ricevere l’iniezione letale.

Da costoro si sono prelevate cornee, pelle, valvole cardiache, ossa e tendini.

Il rapporto del National Post riguarda  solo l’Ontario. Ma l’anno scorso il comitato etico governativo del Quebec sosteneva  che l’eutanasia poteva essere una  valida soluzione per procurare organi e tessuti a chi ne ha bisogno: è quindi verosimile che procedure analoghe siano state effettuate anche in quella regione.

Se passa la mentalità eutanasica e si accetta che le persone possono decidere di porre fine alla propria vita, se inoltre si accetta l’idea che si possano prelevare organi a cuore battente chi garantirà che i pazienti più deboli, depressi, poveri, non vengano spinti e convinti a chiedere l’eutanasia per donare gli organi a qualcun altro (ricco, intelligente... qualcuno la cui vita sia “degna di essere vissuta”, ovviamente)?

Stranamente, questo argomento non emerge mai nel dibattito sull’eutanasia. Come non è emerso davanti alla Corte Suprema canadese quando nel 2015 è stata legalizzata l’eutanasia. 

Eppure da diversi anni in Belgio e in Olanda le equipe mediche che si occupano di trapianti si coordinano con i “medici” (bisognerà ricordare che vanno chiamati boia) che propinano l’eutanasia. Ci sono stati almeno 40 casi conclamate nei due paesi nord europei. L’anno scorso i medici olandesi del Maastricht University Medical Center e dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam hanno pubblicato un manuale multidisciplinare per  spiegare come sia possibile combinare per bene la donazione di organi e l’eutanasia.

Qualcuno, invero, in Canada si pone qualche problema etico in relazione a tale disumana combinazione tra donazione d’organi ed eutanasia. Ci si potrebbe chiedere:

• Cosa succede se un paziente che chiede l’eutanasia chiede anche che i suoi organi vengano donati a un membro della sua famiglia?

• Cosa succede se un fiduciario è chiamato ad approvare la donazione di organi quando il paziente cui viene somministrata l’eutanasia non ha lasciato istruzioni in proposito?

• Cosa succede se il chirurgo che si occupa di trapianti solleva obiezione di coscienza  e si rifiuta di prelevare gli organi dalla persona che ha ricevuto l’iniezione letale?

• Cosa succede se il soggetto che deve ricevere l’organo vuol sapere se il “donatore” è morto per eutanasia e nel caso rifiuta di ricevere quell’organo?

Ma la domanda di fondo – quella più sconvolgente – resta: chi stabilisce tra due malati chi merita di vivere (e ricevere gli organi necessari) e chi merita di morire (e quindi dona l’organo in questione)?

Intanto che pensiamo alle risposte da dare a queste domande, ricordiamo che la legge in discussione alla Camera prevede che chiunque, non necessariamente un malato terminale, può chiedere (lui o un “fiduciario”)  di essere ucciso per fame e per sete. Ebbene prima che la morte sopraggiunga su una persona sedata che muore pian piano disidratata c’è tanto tempo a disposizione per prelevare organi...

Francesca Romana Poleggi

Fonte: BioEdge

 


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