11/03/2017

Eutanasia: molto utile per fare business

Lunedì la Camera inizierà a discutere di eutanasia.

Con il pretesto di risolvere casi drammatici, pieni di sofferenza e di dolore, l’eventuale approvazione di una legge sul testamento biologico introdurrebbe anche in Italia un inesistente “diritto a morire”.

Gli abusi a quel punto diverrebbero la norma, così come già accade in quei Paesi dove l’eutanasia è stata legalizzata da anni, come Belgio e Paesi Bassi.

Non secondario è il risvolto economico della questione.

In Canada hanno calcolato quanto si risparmia con la legalizzazione dell’eutanasia. Le case farmaceutiche si impegnano solerti per la ricerca e la produzione (nonché vendita e incassi) di nuovi veleni, “sempre migliori” di quelli in commercio (che magari si scopre che non forniscono una morte tanto “bella”), le compagnie d’assicurazione e la previdenza sociale si fanno due conti di conseguenza: meglio pagare le pensioni o agevolare la dipartita del pensionato? Meglio pagare le lunghe cure palliative, o una dose di veleno risolutiva?

Ma ci sono pure gli interessi privati, in ballo.

A tal proposito è interessante il cortometraggio The mother situation, diretto dall’attore Matt Day, che il mese scorso ha vinto l’australiano “Tropfest short film Festival“, svoltosi a Sideny.

Si tratta di una commedia nera, che fa ridere amaramente, molto amaramente.

Il film prende spunto dai prezzi esorbitanti delle case di Sidney e la storia ruota attorno ad una madre anziana che chiede l’eutanasia. I tre figli che la assistono negli ultimi momenti, la assecondano non solo per rispettare la sua volontà, ma soprattutto perché ne pregustano l’eredità. La casa materna potrà in questo modo essere venduta, permettendo il ricavo di una buona somma di denaro.

Nonostante il regista abbia dichiarato che il suo intento è solo quello di far ridere e che è assolutamente favorevole ad una legge sull’eutanasia (e non poteva essere diversamente, visto che oggi va di moda nel mondo che conta), il messaggio che ha inviato involontariamente è invece uno spot contro testamenti biologici e suicidi assistiti vari.

Non possiamo infatti negare che una volta legalizzata l’eutanasia e stabilito così il principio che chiunque può interrompere la propria vita se questa è ritenuta indegna o se ci si sente un peso (soprattutto economico) per la famiglia e la società, non sarà difficile “staccare la spina” anzitempo a qualcuno ad esempio per ereditare i suoi beni.

Sono fatti già accaduti e che dunque in un prossimo futuro potrebbero riguardare anche il nostro Paese. In tal senso, la visione di questo cortometraggio è consigliata, perché rivela il volto di una società individualista, volta solo alla ricerca del profitto e del proprio utile.  

Redazione

Fonte: ABC News



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