01/07/2019

Eutanasia: quando le pressioni uccidono e la morte è un obbligo

“Autodeterminazione” e “libertà di scelta” sono tra le espressioni che più comunemente vengono utilizzate quando si parla dei cosiddetti “diritti civili”. Uno di essi, secondo alcuni, sarebbe il diritto a “morire con dignità”, che dovrebbe, a loro detta, concretizzarsi in una legge che permetta l’eutanasia.

Ma ci pensiamo mai al fatto che dalla morte non si torna indietro? Cosa potrebbe portare veramente un uomo a chiedere l’eutanasia?

E così, mentre in tanti si affollano a dare le risposte più disparate, attribuendo la responsabilità di una simile scelta alla sofferenza, alla depressione o al dolore fisico, uno studio dal titolo Pressione nel trattare le richieste di eutanasia o suicidio assistito. Esperienze di medici generici, pubblicato sul British Medical Journal sulla situazione dei Paesi Bassi, mette in luce alcuni aspetti che i promotori dell’eutanasia stranamente non mostrano mai.

Ebbene, l’esperienza diretta mostra come le richieste di eutanasia dipendano soprattutto da ricatti emotivi, indicazioni da parte di altri, contropressione da parte dei parenti del paziente, pressioni direttamente sui pazienti e pressioni organizzative (senza contare i casi in cui vi è dubbio se un paziente fosse o meno nelle condizioni legali per chiedere l’eutanasia). Lo spiega un articolo di National Right to Life.

E ora lo scenario appare molto diverso da come ce lo hanno propinato le campagne a favore dell’eutanasia. Tutto sommato, se un uomo malato, sofferente, depresso o disabile, che in quanto tale ha bisogno di aiuto, viene fatto sentire un peso, non si sentirà forse pian piano in obbligo di togliere il disturbo?

E il fatto che, secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, nei Paesi Bassi ci sarebbero stati 431 casi di eutanasia praticata senza alcuna richiesta solo nel 2015, ci dovrebbe davvero allarmare circa i rischi che ciascuno di noi potrebbe correre se fosse legalizzata l’eutanasia nel nostro Paese.

C’è ancora da parlare di “autodeterminazione” o di “libertà di scelta”, quindi? No. Perché, quando si parla di eutanasia, la vera libertà sparisce e chi fa capolino è l’“istigazione al suicidio”.

Luca Scalise

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.