19/09/2018

Fango su Kavanaugh, candidato alla Corte Suprema USA

Un’incredibile ondata di fango rischia di ricoprire il giudice candidato alla Corte Suprema Brett Kavanaugh, accusato attraverso una lettera anonima scritta da una sua ipotetica vittima di molestie sessuali impetrate a suo danno ai tempi del liceo.

L'”abuso” (tutto da verificare) sarebbe avvenuto durante un party, circostanza nella quale, il giudice sotto accusa e un suo compagno di classe, avrebbero bloccato la vittima in questione mettendole una mano sulla bocca e alzando il volume della musica per coprire le sue urla.

La “vittima” sarebbe una attivista del Partito Democratico, con avvocato militante nel partito Democratico. E pare che abbia rifiutato di presentarsi davanti alla Commissione a testimoniare.

Guarda caso, la “lettera scarlatta” sarebbe stata inviata quest’estate ai parlamentari democratici e, forse, sarebbe approdata anche nell’ufficio della senatrice democratica Dianne Feinstein. Quest’ultima ha infatti dichiarato di aver ricevuto, proprio tramite una missiva, delle informazioni riservatissime sul candidato alla Corte Suprema, rifiutandosi però categoricamente di fornire informazioni sull’autore della lettera e sul suo contenuto, e dichiarando di aver affidato la questione alle autorità investigative federali.

Le accuse infamanti sono state categoricamente respinte dallo stesso Kavanaugh, mentre il suo presunto complice ha dichiarato di non ricordare affatto un simile episodio.
La macchina del fango ormai in azione sembra far parte di un vero e proprio tentativo di ostruzionismo da parte dei senatori democratici e di alcune parlamentari femministe.
Un fuoco di fila che sta colpendo inesorabilmente Kavanaugh per impedirne evidentemente la nomina come giudice della Corte Suprema.

Infatti, sebbene egli sia stato scelto personalmente dal presidente Trump, la sua candidatura dev’essere approvata dal “Senate Comittee on the Judiciary”, organismo composto attualmente da 11 Repubblicani e 10 Democratici, attraverso una serie di audizioni pubbliche in cui i candidati vengono sottoposti a un fitto bombardamento di domande per conoscerne ogni dettaglio biografico e professionale.

Per Kavanaugh l’iter si sta rivelando particolarmente tortuoso: nelle audizioni che si sono tenute fino al 6 settembre, il giudice è stato interrogato quasi esclusivamente sulle sue idee riguardanti l’aborto. In più occasioni, infatti, egli ha criticato la legge americana definendo, quella sull’aborto, una “cattiva legge”; inoltre è da sempre uno strenuo difensore della libertà religiosa, tanto da aver fatto parte in passato della Federalist Society, un’organizzazione di giudici conservatori, costantemente in rete per difendere la libertà religiosa e di coscienza.

Intanto il tempo stringe e le audizioni, per Kavanaugh, sembrano moltiplicarsi, mentre il nuovo anno della Corte Suprema si aprirà già il primo ottobre prossimo e i Repubblicani, per allora, sperano di avere in tasca la sua nomina.

Kavanaugh, definito da Trump «il giudice dei giudici, universalmente rispettato per il suo intelletto e per la sua capacità di persuadere e creare consenso» e da G.W. Bush un «giurista brillante», preoccupa sempre più i democratici in quanto, considerati anche i suoi trascorsi, con lui sarebbe a rischio l’Obamacare e il “diritto” all’aborto.

Infatti, se Kanavaugh sarà confermato, la Corte Suprema virerà decisamente verso destra, considerate le sue posizioni conservatrici, sicuramente più di quelle di Anthony Kennedy, suo predecessore.

Manuela Antonacci

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