15/12/2017

Fecondazione artificiale: ecco cosa si rischia

La fecondazione artificiale è una pratica sicura? Non si direbbe, dal momento che – citano le conclusioni di uno studio pubblicato lo scorso marzo sull’American Journal of Obstetric & Gynecology – «i bambini concepiti in seguito a trattamenti per la fertilità sono a maggior rischio di tumori infantili».

Partendo da qui, un articolo di Avvenire ci mette in guardia su alcuni dei maggiori rischi che corrono coloro che, da embrioni, sono stati congelati in una provetta.

Abbiamo già parlato delle questioni legali e morali che ruotano attorno al tema. Ora prendiamo in considerazione alcuni dei numerosi studi scientifici che sono stati effettuati a riguardo.

Secondo il sopracitato studio, realizzato osservando 242.187 casi, pare che se in coloro che sono stati naturalmente concepiti l’incidenza di neoplasie sia di 0,59 su mille, nei cosiddetti “nati in provetta” si giunga a 1,5 su mille.

Anche la SIOP (Società internazionale di Oncologia pediatrica) si è espressa a riguardo sulla sua rivista dell’ottobre 2016, Pediatric Blood & Cancer, affermando che statisticamente non sia affatto irrilevante la percentuale di retinoblastoma e tumori del rene nei nati da fecondazione assistita.

E ancora rischi di malformazioni congenite, tumori al sistema nervoso, di leucemia e linfoma di Hodgkin vengono citati nell’elenco di rischi. Ma noi abbiamo già visto che di questa pratica ci si muore anche e non sono affatto pochi i casi, anzi, in Australia si parla persino di “doppia probabilità” di morte. Ed abbiamo anche parlato dei danni che la fecondazione assistita provoca alle donne.

Non sorprende, dunque, che oncologi come la dottoressa Maura Massimino (direttrice dell’Oncologia pediatrica all’Istituto dei Tumori di Milano) chiedano ormai sempre nell’anamnesi le modalità del concepimento.

La dottoressa, infatti, oltre a constatare una sempre più significativa possibilità di retinoblastomi, tumori del rene, del sangue ed epatoblastomi, smentisce chi indica l’ICSI (Intracytoplasmatic Sperm Injection) come la tecnica di fecondazione assistita più rischiosa, sostenendo invece che tra quella ed altre tecniche non vi siano differenze rilevanti.

Ma non è tutto.  Il fatto che la dottoressa dica di non essersi mai imbattuta in una coppia consapevole di tali rischi deve farci riflettere molto su quanto (come anche nel caso dell’aborto) la disinformazione sia imperante e sconvolgente (e probabilmente anche voluta).

Purtroppo la fecondazione artificiale si è ormai imposta tra i vari “falsi miti del progresso” attuale. E a farne le spese, oltre ai genitori disinformati, sono sempre loro, i più deboli: i bambini.

Luca Scalise


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