24/10/2016

Femminicidio: continuano a manipolare i dati. Anche in Argentina

Per protestare contro il femminicidio, la settimana scorsa in Argentina il mondo femminista ha manifestato raccolto nel movimento Ni una menos.

A risvegliare la voglia di mobilitarsi, la drammatica uccisione della sedicenne Lucia Pérez, morta dopo essere stata drogata e stuprata.

Di fronte ad un fatto così tragico, criticare il femminismo può sembrare abbastanza fuori luogo. Eppure bisogna dire che, ancora una volta, la morte di una povera ragazza è stata strumentalizzata dall’ideologia che propugna la lotta tra i “generi”.

Mentre le femministe, appoggiate dai mass media, dalla politica e dai poteri forti scendono in piazza gridando lo slogan “Nos están matando” (ci stanno uccidendo), e sostenendo che in Argentina c’è un femminicidio ogni 30 ore, il giovane giornalista e ricercatore Agustín Laje (che abbiamo intervistato qualche mese fa) ci informa che l’insieme dei dati offre un quadro generale un po’ più complesso. Lo apprendiamo leggendo Prensa Republicana.

Nel 2014 (l’ultimo anno di cui si dispongono i risultati delle rilevazioni, che poi è lo stesso anno a cui si riferiscono quanti affermano che c’è un femminicidio ogni 30 ore), nel Paese si sono registrati 3.269 omicidi, dei quali l’83,60% hanno avuto per vittime uomini (2733), mentre il 16,40% si riferisce a vittime donne (536). Ebbene, se ragionassimo in termini di violenza di genere, ne dovremmo dedurre che a morire di più sono gli uomini! Sembrerebbe, pertanto, che a mietere vittime non sia il “patriarcato”...

Ma tale visione – usata dal femminismo, dai media e dai politici anche in Italia è miope e fallace. In Argentina dicono che delle 536 donne ammazzate nel 2014, 277 sono state uccise da un uomo. E dunque? Significa forse che le restanti 259 (uccise evidentemente da altre donne...) non meritano attenzione? E dei 2733 uomini fatti fuori violentemente ne vogliamo parlare? Oppure è considerata vittima solo la donna uccisa da un maschio? Cosa dire degli uomini ammazzati dalle donne? In Argentina, tra il 2015 e il 2016, si sono già contati 114 casi di questo tipo. Ma nessuno parla di maschicidio...

Il problema, evidentemente, non è – o, meglio, non dovrebbe essere – il sesso dell’assassino. Né quello della vittima. Ad essere tragica, sempre, è la morte di una persona, in quanto tale. E va sottolineata la parola “persona”, senza fare distinzioni.

Parlare di violenza di genere, come abbiamo scritto varie volte, significa solo gettare nel dimenticatoio tante vittime di omicidi, fomentare l’odio tra i sessi e diffondere sempre più la violenta (in tutti i sensi) ideologia femminista, che ha come fine ultimo la distruzione della famiglia.   

Redazione


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