02/07/2014

Figli di una provetta: l’amore non basta

I genitori adottivi sanno bene tutto l’amore che hanno verso i loro figli a volte non basta a prevenirli da profonde crisi di identità, dovute al fatto di non aver potuto sapere le loro origini genetiche.

Lifesitenews.com riporta in proposito due testimonianze veramente strazianti: si tratta di persone concepite in provetta, laddove la legge consente l’anonimato ai venditori dei gameti (certo, non ci stancheremo mai di ripetere che non sono affatto “donatori” come vorrebbe la neolingua...). Sono persone di cui presto potrebbe popolarsi anche il nostro paese, viste le sentenze creative dei nostri giudici sulla fecondazione eterologa e sull’utero in affitto.

Gracie Crane è un’adolescente inglese, adottata da due genitori amorevoli quando era ancora un embrione. Uno di quei 30 soprannumerari che  languono nell’azoto liquido ogni volta che uno dei loro fratellini viene impiantato e ha la fortuna di attecchire. La ragazza è obiettivamente molto diversa dai genitori adottivi. Che la amano . E lei li ama, a sua volta, profondamente. Ma l’amore non basta. Anzi, è lacerante per Gracie sapere che le persone che ama di più al mondo sono in realtà dei perfetti estranei rispetto al suo essere più intimo. A volte pensa che vorrebbe non essere mai nata. E allora nascono in lei profondi sensi di colpa nei confronti della sua famiglia. La sua storia è riportata dal  Daily Mail :

‘Vorrei essere madre un giorno, vorrei un figlio che sia davvero parte di me. Ma se non posso avere figli naturalmente, non ricorrerò mai alla FIVET: non vorrei mai causare ad altri tutto quello che ho passato io. Sapere che le due persone che amo di più non assomigliano  e che io non sono biologicamente imparentata con loro è davvero dura... Non so chi sono e da dove vengo.’

La produzione di massa di esseri umani attraverso la fecondazione in vitro ha creato centinaia di migliaia di vite che, anche se salvate dalla tomba di ghiaccio dell’azoto liquido, desidererebbero conoscere le loro origini e soffrono per l’emarginazione, per essere comunque degli “avanzi”.

Cosa fare degli embrioni avanzati, allora? Gracie scoppia in lacrime: non bisognava “produrli”. Gli esseri umani non sono “prodotti” commerciali!

Alana S. Newman, ha fondato AnonymousUs.org , un’associazione per la tutela dei diritti di coloro a cui intenzionalmente è negato dalla legge un rapporto con i propri genitori biologici. Alana scrive : “Il fatto che mio padre sia stato pagato per abbandonarmi è insopportabile. E’ contro la dignità di ogni essere umano... Ho sofferto debilitanti problemi di identità, diffidenza, odio,  per il sesso opposto,  sentimenti di oggettivazione – io esisto solo come un giocattolo, come un esperimento scientifico. Se la legge può portare via qualcosa di così prezioso come una madre o un padre, come ci si può aspettare che la prossima generazione di “orfani” lotti per la libertà, la democrazia, l’aria pulita, acqua pulita? Lo Stato e il business della provetta ti costringono a un’esistenza senza radici. ...  Anche se è ignoto uno solo dei due genitori, quello noto non può chiederci di non fare domande: è stato un egoista.

E ‘davvero il momento di iniziare ad ascoltare le voci di  Gracie e Alana. Ai figli non si può chiudere la bocca, quando domandano, dicendo semplicemente “ringrazia che ci sei”. I figli contano su di noi.

Francesca Romana Poleggi

 

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