21/02/2019

Francia cancella mamma e papà. De Mari: «Spiegare subito ai bambini la menzogna»

La menzogna del “genitore 1” e “genitore 2” è di un’assurdità tale che neanche i bambini ci metteranno molto a smascherarla. L’essenziale, però, è che, già in età prescolare, in famiglia ricevano gli adeguati “anticorpi” per uscire indenni dai virus ideologici che si annidano anche a scuola. Lo sostiene Silvana De Mari, medico, blogger e scrittrice, secondo la quale la radice di questo inganno affonda in un terreno minato che prende il nome di “biopolitica”.

Dottoressa De Mari, cosa si intende per “biopolitica”?

«È un termine che fu coniato da Michel Foucault, che, per inciso, fu uno dei firmatari del celebre manifesto pro pedofilia, assieme a Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre, Daniel Cohn-Bendit e altri alla fine degli anni ‘70. La biopolitica nasce, allorché la politica inizia ad occuparsi dei nostri corpi. In precedenza, la politica non veniva certo a dirti se il tuo bambino doveva sopravvivere o morire. La mia allusione è ai casi terrificanti di Charlie Gard e Alfie Evans. Lo Stato può non disporre di risorse sufficienti per curare tutti i malati e questo è il prezzo che si rischia di pagare con la sanità pubblica. In quei due casi, le famiglie avevano i soldi necessari per curare i loro figli fuori dagli ospedali dove erano ricoverati, eppure lo Stato ha sentenziato la morte per quei due bambini. Lo Stato sta annientando la biologia e, con essa, anche i concetti di paternità e maternità».

Il caso più recente è quello della Francia, dove il Ministero dell’Educazione ha sostituito le diciture “madre” e “padre” con “genitore 1” e “genitore 2” non solo nei documenti scolastici ma persino a lezione…

«“Genitore 1” e “genitore 2” sono due termini idioti, innanzitutto perché sottintendono una gerarchia numerica. Dovremmo intendere, con 1 e 2, che i genitori non sono più sullo stesso piano di dignità? Con questo linguaggio, si vogliono però anche eliminare i diritti dei bambini, a partire dal diritto ad avere un papà e una mamma. Da questa regola possono uscire, dolorosamente, solo i bambini adottati, non perché ci sia una coppia genitoriale che adotta il bambino ma perché il bambino ha diritto a dei genitori, i suoi o altri che si prestino valorosamente a chinarsi su di lui. Il padre non può essere sostituito, se non c’è, non c’è. La mancanza della figura paterna è una ferita aperta nel cuore di figli di madri che convivono con una compagna lesbica. Dato che due ovuli messi insieme non fanno un ovulo fecondato e dato che due spermatozoi messi insieme non fanno un ovulo fecondato, non possono esistere figli di due madri, né figli di due padri. Eppure, questa menzogna continua a essere trasmessa. Questa legge francese serve a impedire il lutto ai pochissimi bambini “figli” di questa filiazione. Bisogna negare a questi bambini il dolore e la collera ma è solo attraverso il dolore e la collera che il lutto si può elaborare. Il bambino “figlio di due madri” o di “due padri” non può acquisire la sua collera, quindi per evitare che la esprima, si usano i termini “genitore 1” e “genitore 2”, per accontentare le poche coppie – numericamente infinitesimali anche da un punto di vista elettorale – che hanno “figliato” in questa maniera».

Cosa c’è, allora, dietro queste macchinazioni ideologiche?

«Dietro c’è qualcosa di più grosso: un desiderio feroce di distruggere questa civiltà e la sua storia. Una volta che avremo introdotti “genitore 1” e “genitore 2”, cosa facciamo, eliminiamo tutti i libri dove ci sono una madre e un padre, a cominciare dai Promessi sposi? Per non irritare le “coppie arcobaleno”, cosa faremo leggere ai bambini? Soltanto Tarzan, Il libro della giungla? O magari Topolino, visto che nessuno ha mai capito di chi siano figli Qui, Quo e Qua? Aggiungiamo Tom Sawyer, visto che è allevato dalla zia, e la letteratura mondiale per l’infanzia si esaurisce qua. Purtroppo, questi bambini lo scopriranno ai giardini pubblici che esiste una mamma, anzi lo ri-scopriranno, perché, dentro di sé, lo sapevano ma non sapevano da dove veniva il loro dolore. Un dolore che, grazie a questa legge assolutamente demenziale, che distrugge la lingua e l’anima di un popolo, non potrà più essere espresso».

Quali ricadute potrebbe avere sui minori l’utilizzo di questa “neolingua scolastica”?

«Dipende dalla famiglia. Se la famiglia informa il bambino delle menzogne che potrebbero dirgli a scuola, non succederà nulla di rilevante, anzi, il bambino imparerà a esercitare il suo senso critico. Quindi è importante che i genitori arrivino al bambino prima della scuola. Da parte loro, però, gli insegnanti sono impiegati statali, quindi tendono, giustamente, ad essere obbedienti al loro datore di lavoro. Così come, un tempo, la scuola ha insegnato che la razza ariana esisteva ed era superiore, oggi la scuola indottrina per creare l’uomo nuovo, l’uomo senza identità, senza religione, senza etnia, senza nazione, senza famiglia e – perché no – anche senza sesso. Quindi dobbiamo spiegare noi ai nostri figli, quando hanno due-tre anni, prima della scuola: “Tu hai il pene come tuo papà, perché sei un maschietto, tu hai la vagina come la mamma perché sei una femminuccia”. Va loro detto che i bambini nascono da un papà e da una mamma e che hanno bisogno di un papà e di una mamma. Va loro spiegato che ogni apparato biologico ha una fisiologia che si armonizza con la loro anatomia e viceversa. Il tubo digerente serve per digerire: chiunque a scuola ti dica che abbia funzioni procreative, ti sta mentendo. Se con loro metteremo in chiaro questo da subito, renderemo i nostri figli invincibili».

Luca Marcolivio

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