04/12/2018

Francia: università licenzia un prof per una conferenza con La Manif Pour Tous

Sempre più frequentemente capita di constatare come certe censure e misure “punitive” provengano proprio dai paladini della libertà a tutti costi che fanno del non ben definito concetto di “diversità” la loro bandiera e l’altare su cui sono disposti ad immolare qualunque altra forma di pensiero “altro”.

Stiamo parlando del recente, incredibile caso di ostracismo che ha riguardato Philippe Soual, insegnante di filosofia in Francia, con un curriculum di tutto rispetto: membro della società internazionale di studi su Hegel e del centro Cartesio della Sorbona, docente in diverse università della Francia, si è appena visto annullare, d’improvviso, un corso su Hegel dal consiglio accademico dell’ateneo Jean Jaurès di Tolosa.

Una decisione pesante che sembra tanto un provvedimento punitivo. Ma cosa avrà fatto di tanto grave il docente in questione da meritare un simile smacco e una simile svalutazione del suo pluriennale lavoro di ricerca? È presto detto: la sua colpa infame consisterebbe nell’aver tenuto nel 2015 una conferenza alla terza Université d’été su temi antropologici, per La Manif Pour Tous, associazione che nel 2013 ha raccolto ben un milione e mezzo di persone in piazza, contrarie al mariage pour tous, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, approvato in Francia, al fine di sottolineare anche l’unicità del legame tra un uomo e una donna.

Sarebbe bastato questo per scatenare le ire dell’Uet, associazione che riunisce studenti Lgbt, firmataria di un volantino, fatto circolare all’università e pubblicato su Facebook il 24 ottobre, in cui, accusa il professor Soual, dichiarando di non volere che «un luogo dove amiamo essere istruiti, nel quale non dovremmo sentirci vulnerabili e giudicati, apra le porte a questo genere di persone e a questo genere di discorsi. Noi moriamo ogni giorno nel mondo, siamo aggrediti, emarginati, violentati. Che cosa ne sarà del nostro dipartimento? Che accoglienza, che sostegno si vogliono dare alle minoranze?».

Insomma, siamo di fronte a una delle tante situazioni in cui, in nome del solito rispetto delle diversità o delle minoranze, ci si sente in diritto di mettere a tacere non solo la maggioranza ma la libera ricerca e il libero pensiero. Come ha affermato Soual su Le Figaro, la “diversità intellettuale” oggi non è già più possibile e, descrivendo il clima intimidatorio che si respira già su certi temi, ha aggiunto che «vedendo quei manifesti, i miei colleghi di università si sono incontrati con urgenza e hanno deliberato tra di loro. Hanno preso la decisione di revocarmi il corso».

Soual definisce l’università «il luogo per eccellenza della libertà intellettuale, della ricerca e del dialogo», dove, di fatto, oggi «alcune opinioni sono criminalizzate e stiamo assistendo sempre più a invettive e sospetti». Insomma, chiosando con una frase da brividi, il professore ha ammesso che «la libertà intellettuale non è più realmente possibile».

Manuela Antonacci

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