14/05/2018

Gay & c: ci sono minoranze che si possono discriminare?

Tutti noi siamo stati educati a non discriminare ingiustamente le minoranze. Ma ci sorge il dubbio che gli esponenti dell’attivismo gay, invece, predichino bene e razzolino male.

Abbiamo visto in passato che è in corso una guerra spietata contro gli ex gay: leggete qui, o qui, o qui, per esempio. E ne sa qualcosa anche il nostro Luca di Tolve.

Michael  L. Brown in un recente articolo su Life Site News, fa notare a proposito che si è svolta la “March for Freedom”, nei giorni scorsi a Washington, ed è stata fondata l’associazione per i diritti degli ex gay e delle loro famiglie, dell’ex gay Chris Doyle, Voice for the Voiceless: voce per i senza voce. Gli ex gay e gli ex trans sono la minoranza più piccola e più perseguitata e discriminata d’America.

Niente a che vedere con gli afroamericani (il 12% della popolazione) o i nativi americani (l’1%): sono minoranze che hanno sofferto certamente ingiuste discriminazioni: i neri sono stati schiavi, i nativi sono stati sterminati, attualmente i problemi sociali che li coinvolgono non sono stati del tutto risolti, ma certamente non sono dei “senza voce”.

E la comunità LGBT, gay, lesbiche, trans ecc? Anche loro sono una minoranza piuttosto piccola (forse pari al 3% della popolazione, le stime variano). E hanno sofferto in passato anche ingiuste  discriminazioni.

Ma da qualche decennio, specie negli ultimi dieci anni,  i gay & c. sono più celebrati che denigrati, più protetti che rifiutati, più potenti che  impotenti: loro continuano a piangersi addosso per “l’omofobia” dilagante, ma più volte è stato dimostrato dai fatti che “l’odio omofobico” esiste più nella mania di persecuzione di cui costoro soffrono che nella realtà. Sono vittime di bullismo altre categorie di persone, molto più di loro (si veda qui o qui).

Ironia della sorte, il gruppo che forma la minoranza più piccola, discrimunata e perseguitata in America oggi sono gli ex gay e gli ex trans. E subiscono le vessazioni proprio dagli attivisti gay & C.

Chi decidesse di non volersi più identificare come gay, lesbica o trans, per qualsiasi motivo, paga un prezzo assai caro: viene deriso e diffamato e intimidito  e bullizzato da gay & c., che promuovono i “cambiamenti di genere” e la fluidità di genere all’infinito, ma non sopportano che un gay voglia diventare eterosessuale ( o – meglio – riscoprire la natura eterosessuale che ha in sé).

Viene negata persino la loro esistenza. Sono chiamati bugiardi e mercenari. Vengono  persino derisi per essere così pochi (sono una minoranza di una minoranza!), solo perché vogliono condurre una nuova vita, perché non vogliono più essere schiavi delle loro pulsioni sessuali, perché vogliono risolvere la loro  confusione di genere in armonia col loro sesso biologico.

Ma perché gli ex gay e gli ex trans sono tanto perseguitati, in modo anche violento?

La ragione è semplice: se è possibile per un gay  diventare etero,  crolla rovinosamnete la “born gay theory“, cioè la teoria – del tutto infondata – che gay si nasce, uno dei fondamenti dell’attivismo gay.

Aggiunge Brown che è vero che molti che si identificano come gay, lesbiche o trans  “si sentono così”, magari hanno provato a cambiare e non ci sono riusciti. E magari hanno  avuto brutte esperienze con psicologi ignoranti o sono stati cacciati di casa o dalle comunità che frequentavano:  alla fine hanno trovato sollievo solo quando hanno abbracciato la loro cosiddetta identità gay (o trans). E’ ovvio che per queste persone non vanno discriminate ingiustamente e non vanno emarginate o perseguitate, ma è anche comprensibile che per costoro, sentir parlare di qualcuno che afferma di essere ex gay o ex trans, potrebbe riaprire  vecchie ferite che fanno male.

Ma se loro hanno diritto di essere rispettati a prescindere dalle loro tendenze sessuali, uguale diritto va riconosciuto a chi certe tendenze le ha cambiate.

Redazione

Fonte: LifeSiteNews

PS 1 – Una questione semantica di non poco conto: “discriminare” vuol dire “distinguere, discernere”: Se non usassimo il discernimento faremmo un sacco di guai e commetteremmo un sacco di ingiustizie. La legge giusta è quella che “discrimina in modo giusto” e tratta i casi uguali in modo uguale, ma i casi diversi in modo diverso. Quindi, quando diciamo che non bisoga fare discriminazioni, ricordiamo che è sottinteso “ingiuste”. E siccome oggigiorno le cose sottintese si dimenticano, è meglio ripeterlo di tanto in tanto: non bisogna fare ingiuste discriminazioni.

PS 2 – In democrazia vale il principio maggioritario, se no il sistema si paralizza: la maggioranza decide e fa. Non è detto affatto che quello che decide la maggioranza sia giusto e buono. Ma spesso il principio maggioritario è l’unico che può far funzionare le organizzazioni e i gruppi. Certo, la maggioranza  deve rispettare le minoranze (perché non c’è vera democrazia se non c’è pluralismo e rispetto di tutti i corpi intermedi), ma le minoranze non possono pretendere di fare e disfare ciò che la maggioranza decide. Ci vorrebbe un po’ di buon senso e – soprattutto – un po’ di interesse concreto per il bene comune e per la verità...

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