14/03/2017

Gaystapo in difficoltà: a Madrid marciano per la libertà

Se la Gaystapo vuole imporre il suo totalitarismo arcobaleno, non dobbiamo dimenticare che sono tanti i valorosi che non si piegano alla sua dittatura e non hanno paura di scendere in piazza a dimostrare il proprio dissenso.

Tra questi c’è sicuramente l’associazione spagnola HazteOír, che il 12 marzo ha organizzato una grande manifestazione a Madrid per difendere la libertà di espressione e la libertà di educazione.

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia delle polemiche sorte a seguito dell’idea che HazteOír ha avuto di far girare un autobus che mostrava un bambino e una bambina nudi, ricordando la differenza tra maschi e femmine. Subito la lobby Lgbt, sostenuta dai politici di ogni schieramento (dal sindaco di estrema sinistra della capitale, Manuela Carmena, alla presidente della Comunità di Madrid, Cristina Cifuentes, di centro-destra), ha gridato all’omofobia e alla discriminazione verso i transessuali. In pratica, per la Gaystapo la biologia incita all’odio e dunque andrebbe soppressa, oppure sottomessa all’ideologia Lgbt.

HazteOír ha subito attacchi, minacce, aggressioni, insulti e censure e alla fine la giustizia spagnola ha imposto di rivedere le scritte e i disegni presenti sull’autobus: un trattamento davvero degno dei regimi dittatoriali che i “democratici” e “tolleranti” dicono di combattere.

Ignacio Arsuaga, presidente di HazteOír ha dunque chiamato a raccolta quanti non vogliono piegarsi a questa folle ideologia arcobaleno. Nel suo intervento durante la manifestazione, ha denunciato il pesante clima che si respira in Spagna quando si osa soltanto ribadire un dato di natura, ovvero che tutti nascono e sono o maschi o femmine, in barba ai diktat della teoria gender.

La Gaystapo peraltro non si limita a censurare chi non la pensa allo stesso modo, ma addirittura vuole indottrinare i bambini sin dalla più tenera età, violando così il prioritario diritto dei genitori a educare i figli secondo i propri valori.

Contro questa follia è intervenuta dal palco anche Charlotte Goiar, la prima persona cui in Spagna è stato riconosciuto il diritto a cambiare sesso con fondi statali. La Goiar ha precisato che quanto da lei ottenuto lo deve solo alla sua tenacia e costanza, perché i collettivi Lgbt non l’hanno affatto aiutata. Inoltre, per esperienza personale, ha chiesto ai genitori di non etichettare i figli come ‘transessuali’, ma piuttosto di lasciarli andare dal medico: un messaggio contro l’indottrinamento.

La buona partecipazione di pubblico alla manifestazione sta a indicare che pure in Spagna c’è ancora gente desiderosa di combattere per la ragione ed il buon senso. La Gaystapo non ha ancora vinto totalmente...

Redazione

Fonte: Actuall



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