26/08/2018

Gaystapo messa KO dal buon senso della gente comune

La Gaystapo, il “braccio armato” delle lobby LGBT, che reprime ogni forma di dissenso rispetto al pensiero unico che esse vogliono imporre, ha un grande potere mediatico ed economico e riesce, con arroganza e fare intimidatorio, a mettere a tacere chi vorrebbe parlare in nome del buon senso e della ragione naturale.

Dall’associazione americana Mass Resistance, però, apprendiamo ancora una volta che in realtà la maggioranza delle persone ragiona secondo buon senso e che a volte basta poco, come che si rendano conto di non essere soli, perché prendano il coraggio di alzarsi in piedi e opporsi alla dittatura omosessualista.

Questa volta la macchina di odio messa in moto dalla Gaystapo si è inceppata a Dixon, nel nord della California.

Ted Hickman, il vice sindaco della cittadina che conta 18.300 persone, il 29 giugno scorso aveva scritto su un giornale e sul suo blog che, se giugno era il mese dei gay pride, luglio doveva essere lo “Straight Pride American Month“, cioè il mese americano dell’orgoglio etero.

Gli etero, dice Hickman, lavorano, hanno famiglie e bambini (che sono figli per davvero di tutti e due i genitori), amano la compagnia (e il matrimonio) con persone del sesso opposto e non ostentano i loro gusti sessuali vestendosi in modo eccentrico e sfilando per strada per essere rilanciati da tutti i mass media: Insomma, gli etero hanno davvero il diritto d’essere orgogliosi di quello che sono (notare che – ironia lessicale – “etero” in inglese si diche “straight” che letteralmente vuol dire dritto, retto, onesto ecc ecc.).

La Gaystapo, a fronte di tali esternazioni, è partita all’attacco: ha organizzato una campagna mass mediatica contro Ted Hickman con  petizione ecc.,  accusando  Hickman di “mettere a rischio la vita delle persone” e attaccando anche  l’editore del giornale, Independent Voice, che ne ospita gli articoli.

Essendo potente economicamente e mediaticamente, la Gaystapo è riuscita a  ingigantire la cosa che è finita persino sulle colonne del Washington Post .
Al consiglio comunale di Dixon, il 10 luglio, oltre 200 attivisti provenienti da tutta la California, alle dipendenze della Gaystapo, hanno chiesto le dimissioni di Hickman e che il Consiglio comunale gli togliesse il titolo di vice sindaco.

Arthur Schaper, direttore della sezione californiana di  MassResistance, era però convinto che la gente, in realtà, fosse dalla parte di Hickman. Ha inviato un comunicato stampa ai media locali per informarli che ci sarebbe stata una manifestazione popolare a sostegno del vice sindaco.

E così il 24 luglio, quando il Consiglio Comunale doveva riunirsi per decidere delle sorti di Hickman, il popolo pro famiglia era presente fuori e dentro la sala del Consiglio,  determinati a non essere calpestati, indignati per la persecuzione subita da Hickman reo di aver espresso semplicemente un sentire comune.

La Gaystapo era stata particolarmente offesa perché  Hickman  aveva parlato del gay pride come  di una “farsa”. Così, Randy Thomasson di Save California ha mostrato al Consiglio le foto della recente parata di San Francisco che, come tutte le foto dei vari gay pride parlano da sé.

In varie occasioni durante l’incontro, la polizia locale ha cercato di intimidire il popolo pro-famiglia che manifestava fuori dal Comune, ma nessuno ha reagito e alla fine  polizia si è ritirata.

Alla fine il Consiglio comunale ha votato contro la proposta di togliere a Hickman la carica di vice-sindaco.

In un’ulteriore seduta del 14 agosto, il Consiglio comunale ha approvato solo una generica  risoluzione in cui  “non approva né sostiene” le esternazioni di  Hickman.

La Gaystapo non ne è stata affatto felice. Volevano la testa del vice-sindaco e non l’hanno avuta. La gente ha preso coscienza di sé, lo ha difeso con coraggio e determinazione e il buon senso, alla fine, ha prevalso.

Francesca Romana Poleggi

Fonte: La Verità 

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