29/11/2016

Gender a scuola: i genitori del Perù difendono i loro figli

In Perù il governo vuole imporre l’ideologia gender nelle scuole.

Lo scorso mese di giugno il Ministero dell’Educazione ha approvato il Curricolo Nazionale per l’Educazione di Base, che entrerà in vigore a partire dal prossimo anno scolastico.

In base a questo documento, l’istruzione impartita negli istituti scolastici del Paese deve aggiornarsi ai tempi che cambiano. In linea di principio, questo sarebbe normale e anzi doveroso. Ma analizzando bene il testo ci si accorge che “modernizzarsi” equivale a distruggere il concetto stesso di maschio e di femmina. Ovvero siamo di fronde all’ideologia gender.

Il Curricolo inserisce tra gli obiettivi che gli studenti devono raggiungere quello di vivere la sessualità in maniera piena e responsabile. E spiega anche cosa significa tale dicitura: «è prendere coscienza di se stesso come uomo o donna, a partire dallo sviluppo della propria immagine corporale, della sua identità sessuale e di genere, e mediante l’esplorazione e la valutazione del suo corpo. Presuppone lo stabilire relazioni di uguaglianza tra donne e uomini [...]. Implica anche riconoscere e mettere in pratica comportamenti prestando attenzione a situazioni che mettono a rischio il proprio benessere o che colpiscono i suoi diritti sessuali e riproduttivi».

Come si vede, accanto ad affermazioni sacrosante e ragionevoli, vengono utilizzati termini e concetti molto più che sospetti. Perché parlare di “identità sessuale e di genere”, che è un modo elegante per fare riferimento ai dogmi LGBT? Perché ricorrere alle parole “diritti sessuali e riproduttivi”, utilizzate in campo internazionale per promuovere e diffondere aborto e contraccezione? gender_scuola_Perù

La verità è che il governo vuole imporre un certo tipo di educazione sessuale, insegnando ai bambini che maschio e femmina non si nasce, ma si diventa, scegliendo di esserlo. In tale maniera, ad essere normalizzata sarà non solo l’omosessualità, ma ogni tipo di orientamento sessuale. Il tutto in nome della libertà e della tolleranza.

Per questo motivo, come riferisce El Bhúo, lo scorso 25 novembre centinaia e centinaia di genitori hanno manifestato a Lima, davanti al Ministero dell’Educazione, per rivendicare il loro prioritario diritto di educare i propri figli in base ai valori in cui credono, specie riguardo tematiche sensibili e delicate come quelle attinenti alla sfera sessuale.

Aldo Tacuri, il coordinatore della concentrazione, cui hanno partecipato varie realtà peruviane che si battono per la vita e la famiglia, ha spiegato che da parte dei genitori non v’è alcun intento omofobico, ma solo la richiesta di non indottrinare i bambini con il gender. Lo Stato non può imporre corsi di educazione sessuale ideologizzati in contrasto con la volontà dei genitori.

Le mobilitazioni non si fermeranno. Entro un mese sono previste altre manifestazioni sempre sullo stesso tema. Il Perù è ancora maggioritariamente convinto che la famiglia sia solo una e che le persone siano solo di due sessi: maschi e femmine.

Federico Catani

Fonte: Perù21


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