31/08/2017

Gender a scuola? No, grazie. In Perù vincono le famiglie

L’imposizione dell’ideologia gender nelle scuole subisce una battuta d’arresto in Perù.

In una sentenza della Corte Suprema di Giustizia di Lima infatti è stata chiesta la cancellazione di una frase assolutamente equivoca presente nella guida pedagogica imposta dal Ministero dell’Educazione nonostante le massicce proteste pubbliche di genitori, famiglie e associazioni nei mesi scorsi.

La frase problematica diceva che a parte il dato biologico e sessuale, ciò che viene considerato maschile o femminile in realtà è costruito giorno per giorno attraverso le interazioni sociali. Chiaramente si tratta di ideologia gender allo stato puro: l’identità di maschio e femmina non è data, ma si crea, è un costrutto della società. Ne consegue – per il governo peruviano e le varie lobby LGBT – che ciascuno può e deve scegliere se essere uomo o donna (o altro?) a prescindere dal proprio sesso biologico.

Ebbene, ora un giudice, Ana Valcárcel, sentenzia ufficialmente che tutto ciò non è accettabile. E non lo è in quanto viola gli articoli 7 e 22 della Legge generale sull’Educazione,  secondo i quali le politiche inerenti l’educazione devono svilupparsi di comune accordo tra Stato e società e quindi tenendo particolarmente in considerazione la volontà delle famiglie. I genitori infatti hanno il diritto di formare i figli in base ai principi e ai valori in cui credono, senza che lo Stato imponga indebite (e malsane) invasioni di campo.

Detto in parole povere, poiché in Perù la maggioranza della gente non ne vuole proprio sentir parlare, la teoria gender non può trovare spazio.

Pertanto la sentenza esorta il Ministero a mettere in atto un processo democratico, trasparente ed effettivo affinché la voce dei papà e delle mamme peruviani venga davvero ascoltata.

L’associazione “Genitori in azione”, che tanto ha lottato per questo pronunciamento, si è dichiarata soddisfatta e ha chiesto al Ministero di accertare il verdetto, senza ricorrere in appello.

Il governo saprà accettare il dialogo con i padri di famiglia? Vorrà chiamarli attorno ad un tavolo per discutere sul futuro delle nuove generazioni? Staremo a vedere...

Redazione

Fonte: InfoCatólica


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