05/09/2016

Gender all’UE e Convenzione di Istambul

L’Unione europea ha in programma di aderire alla Convenzione di Istanbul. Uniformarsi alla  nozione ideologica di “gender” è, dunque, tra le priorità della presidenza slovacca della Commissione UE.

In sostanza, infatti,  ciò comporterebbe la definizione giuridicamente vincolante di ‘gender’ (genere, al posto di sesso e diverso dal sesso) come costrutto sociale nel diritto comunitario con tutte le conseguenze che ciò comporta a livello di educazione, libertà di religione e di coscienza.

La Slovacchia  vorrebbe chiudere i negoziati di adesione già quest’anno.

La sig.ra Vera Jourova (nota paladina dei “diritti” LGBT) ha spiegato che ai sensi dell’articolo 2.1, la Convenzione di Istambul si applica a tutte le forme di violenza contro le donne, compresa la violenza domestica. E fin qui siamo tutti, ovviamente, perfettamente d’accordo. Che bisogna agire per creare un’Europa libera dalla violenza contro tutte le persone. E anche su questo siamo perfettamente d’accordo. Magari ci piacerebbe che fossero considerate “persone” anche i bambini in grembo vittime dell’aborto volontario, ma ovviamente questi alle alte cariche dell’UE non interessano.

Poi, però, la Jourova va a spiegare che, alla luce della Convenzione, bisogna addivenire ad una interpretazione sistematica sensibile alle questioni “di genere”; che  la violenza di “genere” è la violenza che è diretta contro una persona a causa dell’espressione del suo “genere”,  della sua identità gender o del genere di quella persona o che colpisce una persona di un determinato sesso ...  Notate la “o”? Una cosa è il sesso M/F, una cosa il “gender” LGBTQIA...

Insomma i nostri lettori sanno bene che la Convenzione di Istambul è il pass par tout dell’ideologia gender, si introduce quell’ideologia che fa del genere (il gender) appunto il dato fluido e variegato che ben conosciamo.  Se  l’UE aderirà alla Convenzione di Istambul, la definizione di gender in senso ideologico verrà recepita nel dato normativo dell’UE, in quello che i tecnici chiamano “acquis“, cioè l’impianto normativo e giurisprudenziale che deve essere non solo acquisito, ma scontato nell’ambito di tutti i Paesi aderenti all’UE.

L’Italia, a suo tempo aveva aderito alla Convenzione di Istambul con riserva, proprio perché la definizione ideologica di genere come altro rispetto al sesso non era in linea con l’impianto costituzionale italiano (il nostro art. 3 Cost. parla – ovviamente – di pari dignità tra i “sessi”).

Se l’UE aderisce in blocco alla Convenzione di Istambul, anche la nostra riserva automaticamente non avrà più valore.

Redazione

 

 

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