02/09/2015

Gender e colonizzazione ideologica (e ancora dicono che non è vero...)

Nei college americani si viene puniti (bocciati o addirittura espulsi) se ci si riferisce alle persone come maschi e femmine.

Questo accade nelle classi della Washington State University.

LifeSiteNews  narra degli sforzi di alcuni professori tesi ad “educare il linguaggio” degli studenti. Questi docenti hanno dichiarato guerra a termini offensivi e razzisti (come “coloured”, colorato, riferito a chi non ha la pelle bianca), o discriminatori (come “illegal aliens”, alieni clandestini, riferito agli immigrati), o... “sessisti” come “maschio e femmina”.

Come sempre accade l’ideologia gender si nasconde nelle pieghe di istanze educative al rispetto e alla non discriminazione delle minoranze che di per sé sono ampiamente condivisibili.

Bludental

Ma certamente considerare offensivo chiamare uomini e donne “maschi e femmine” è davvero stupefacente.

Si può leggere il programma della professoressa Selena Lester Breikss del corso di studi su  “Women & Popular Culture” (donne e cultura popolare). Se lei vede atteggiamenti o sente usare linguaggio discriminatorio (come maschio e femmina), lo correggerà, la prima volta. Ma se lo studente persevererà  potrà essere allontanato dalla classe ed eventualmente destinato a non superare l’esame semestrale.

Gli studenti del prof. Michael Johnson Jr., nel corso di  “Race and Racism in U.S. Popular Culture” (razza e razzismo nella cultura popolare americana), devono riconoscere l’esistenza degli oppressori di vario genere, compresi gli “eterosessisti”.

Con questi stessi argomenti, tempo fa si è soffocata la libertà di pensiero e di religione del professor Howell, licenziato per aver preso l’omosessualità ad esempio per spiegare la differenza tra legge naturale e utilitarismo.

Alla Marquette University, un altro insegnante è stato licenziato perché si è saputo che era un sostenitore del matrimonio naturale. A uno studente, invece, è stato proibito di illustrare  la visione biblica del matrimonio.

La Johns Hopkins University (nella foto) ha negato a un’associazione studentesca prolife il diritto di costituirsi, finché non ha ricorso alle vie legali.

Al Sinclair College, in Ohio, già dall’anno prima sono stati vietati i simboli religiosi.

Insomma, l’America sta “avanti”. Noi seguiamo a ruota, se non impariamo a contrastare non solo le leggi perniciose, ma le ideologie, la mentalità e la cultura che si insinuano nelle nostre teste attraverso i media, le mode e gli insegnamenti dei cattivi maestri.

Redazione

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