25/07/2016

Gender e giocattoli: le ricerche smontano l’ideologia

I fondamenti dell’ideologia gender  vengono distrutti a picconate dal buon senso e dalla ragione, ma anche dagli esperti nel campo psichiatrico.

Purtroppo l’ideologia acceca e stacca completamente dalla realtà (o come dice la saggezza popolare “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire“), ma la verità alla fine prevarrà sulla menzogna.

La dottoressa Brenda K. Todd , docente e ricercatrice presso la City University di Londra , ha pubblicato un articolo sulle preferenze di giocattoli fra i bambini.

L’articolo è stato pubblicato su Infant and Child Development.

La maggior parte dei bambini e delle bambine preferiscono spontaneamente giocare con i giocattoli che vengono tradizionalmente considerati adatti al proprio genere. Insomma il dogma caro all’ideologia gender che le persone nascano “neutre” e poi vengano assegnati loro il genere maschile e femminile, non per natura, ma per cultura, si mostra ancora una volta campato per aria.

Già il video norvegese che gira da più di un anno in rete aveva ampiamente sbugiardato le politiche ispirate al gender del Governo del Paese nordico. Tant’è vero che l’istituto deputato agli studi di genere  è stato chiuso.

Ma, come accennavo all’inizio, per un’ovvietà di questo tipo non dovrebbe essere necessario tirare in ballo gli studi scientifici...

La ricerca della Todd si  è focalizzata su bambini tra i 9 e 32 mesi e ha confermato che le differenze  tra maschi e femmine nelle preferenze – anche per quanto riguarda i giocattoli – appaiono fin dalle prime fasi dello sviluppo della persona.

Certamente anche la cultura e l’educazione plasmano le nostre personalità. Ma la natura mette un imprinting che difficilmente è superabile, salvo traumi o altre patologie che come conseguenza portano la “confusione di genere”, che nei casi più gravi  diviene “disforia di genere”.

Purtroppo oggi c’è chi vuole infondere tale confusione, anche ai bambini piccoli. E’ in nome dell’ideologia gender, appunto, che pseudo-educatori non aiutano il bambino a confermarsi sulla strada che la natura gli ha assegnato, ma lo inducono a deviare o a fermarsi nello sviluppo. Spesso gli causano problemi e – nei casi più gravi – infelicità vera e duratura.

Sappiamo della catastrofe in corso in Inghilterra, per esempio. E chi segue questo portale di esempi concreti e inequivocabili – se vuole – ne legge a bizzeffe.

Sa anche, chi legge con la voglia di capire e chi ragiona con la propria testa, che chi paga sulla propria pelle questa follia sono i bambini di oggi,  e gli adulti e la società di domani.

Chi ci guadagna profumatamente sono le case farmaceutiche (avete idea di quanto costino gli ormoni?), le cliniche addette alle operazioni di plastica ai genitali, e i politici di governo, marionette dei poteri forti, che avranno sudditi docili alla ricerca vana della felicità in un po’ di “sesso droga e rock’roll”, in crisi di identità, sempre più soli, sempre più votati al consumo, e svuotati del senso critico necessario per vagliare le malefatte di coloro che hanno il potere.

Francesca Romana Poleggi

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