14/09/2018

Gender X, anche a New York gli asini volano

Non ti riconosci né nel genere maschile, né in quello femminile? Perché aspettare il medico, puoi dichiararti appartenente al Gender X e farlo scrivere sul certificato di nascita direttamente tu.

Non solo. La designazione “X” può essere utilizzata anche dai bambini che sono stati identificati alla nascita come intersessuali. È il democratico sindaco Bill De Blasio che firmerà questa legge che entrerà in vigore dal primo gennaio 2019.

Arriva da New York (dopo Austria, Germania, IrlandaScozia e Australia), quindi, l’ultima svolta in tema di sessualità, una città «sempre più campione mondiale sul fronte dell’inclusività e dell’uguaglianza», secondo lo speaker del City Council, Corey Johnson.

È proprio il Consiglio ad aver approvato mercoledì scorso il disegno di legge e ad aver anche firmato le nuove regole. E non solo: la norma permetterà anche ai newyorkesi transgender di cambiare il sesso sul loro certificato di nascita da maschio a femmina o viceversa, sempre senza il bisogno di richiedere l’approvazione di un medico e tramite una dichiarazione giurata.

New York diventa così una delle poche giurisdizioni statunitensi che hanno riconosciuto ufficialmente i sessi non binari delle persone, ossia niente più solo maschio o femmina, ma quando ci si identifica con più di un genere o nessuno. Un precedente destinato a fare tendenza. Infatti, anche la California e lo Stato di Washington si stanno muovendo nella medesima direzione.

Ormai la teoria gender, che vuole che il proprio sesso si possa scegliere e variare ogni volta a piacimento, secondo i desideri, ha attecchito e prolifera negli Usa. Un’ideologia che attacca la natura umana, le fondamenta della famiglia naturale e delle relazioni interpersonali, legittimando anche i casi più assurdi portati agli onori delle cronache: dalla libertà procreativa alle gravidanze “maschili”, fino ad eliminare la parola “mamma”, proprio come nel libro di Aldous Huxley Il mondo Nuovo.

E infatti, per non perdere il trend, tra le possibilità in seno agli americani sarà permesso anche ai genitori di poter scegliere la ‘X’ per designare i propri figli neonati.

All’esultanza della comunità transgender e Lgbt della Grande Mela che parla di «decisione storica» ha risposto il mondo prolife, che ha evidenziato non solo la follia di cambiare il proprio certificato di nascita senza che ci sia più bisogno di una certificazione medica, ma il caos giuridico che inevitabilmente si determinerà.

Si pensi, per esempio, che in California (ma non solo) è consentito scegliere il sesso del bambino al momento della fecondazione artificiale (e le femmine che vengono eliminate, quelle non vengono contate tra i femminicidi). D’altronde, in un mondo tanto folle, che insegue i desideri confondendoli per diritti, se i genitori sono sempre più liberi di produrre anche embrioni in laboratorio, scartando quelli superflui, perché non dovrebbero decidere anche il sesso del nascituro, e perché non deciderlo anche dopo e come più piace?

Così assistiamo inermi a una grande contraddizione che neanche scandalizza più il mondo: da un lato, ci sono quelli che pur di avere un maschietto, e in questo caso il sesso è determinante, selezionano l’embrione giusto; dall’altro, quello stesso bambino potrà dichiararsi gender X, senza alcun parere medico, e liberarsi della sua sessualità quando vuole.

Alla fine della storia, la morale sembra proprio questa: fai quel che vuoi, a noi importa solo quanti soldi ci dai per inseguire i tuoi capricci.

Marta Moriconi

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