09/10/2016

Genetica e mutanti, telenovela orwelliana e bambini OGM...

La produzione artificiale del bambino con tre genitori è stata spacciata dai media come  un miracolo della genetica.

Hanno glissato su i dubbi che da tempo ha sollevato la comunità scientifica (guardate qui, qui, qui, e qui) sulla procedura e sul risultato (tant’è vero che l’esperimento è stato fatto in Messico e non negli USA). Ma anche le persone ragionevoli,  dotate di buon senso, che si son date da fare per leggere, capire e documentarsi  hanno  ha avuto molte perplessità: si tratta di genetica o eugenetica? Si apre un baratro etico e antropologico rispetto agli sviluppi della cosa?

Vediamo cosa ci ha scritto in proposito una nostra Lettrice.

LA NOTIZIA
La rivista scientifica New Scientist dà per prima la notizia della nascita del primo bambino figlio di 3 genitori. Subito parte il previsto tam tam mediatico.
Il bambino, Abrahim Hassan, nato il 6 aprile scorso con il DNA di tre genitori, ha già cinque mesi ed è sano, per il momento. Si è proceduto con un po’ di cautela prima di rivelarlo.
I genitori di Abrahim sono della Giordania; la mamma è portatrice sana della sindrome di Leigh, una malattia genetica mitocondriale che colpisce il sistema nervoso dei neonati in via di sviluppo ed è mortale. La donna, a causa di tale patologia, aveva già perso due figli; così la coppia ha chiesto aiuto a John Zhang e al suo team al New Hope Fertility Center in New York City.

A grande maggioranza ( poche le voci fuori dal coro) i media hanno  subito incoronato d’alloro il ricercatore ed il suo team. “Questa è un’ottima notizia, una cosa grandissima. Un fatto rivoluzionario!” dice Dusko Ilic al King College di Londra. “E’ una tecnica alla pari o migliore di quella che sarà usata nel Regno Unito”, dichiara apertamente Harding. L’UK è stato il primo e per ora l’unico Stato ad aver approvato legalmente la procedura di ingegneria genetica che consente di produrre in vitro embrioni con il patrimonio genetico di un padre e due madri, una che fornisce il citoplasma e una che fornisce il nucleo dell’ovulo. Ma gli esperimenti si sono bloccati “per motivi etici”, dice lo stesso articolo.

PER CAPIRE
L’ovulo è composto dal citoplasma (quello che corrisponde alla chiara dell’uovo di gallina), dove si trovano dei corpuscoli, i mitocondri, che hanno una certa quantità di DNA di una delle madri; poi c’è il nucleo (corrispondente al tuorlo), che – se fecondato da uno spermatozoo – possiede il DNA di un’altra madre e del padre.  I mitocondri sono organuli che forniscono energia; in essi è contenuto il DNA mitocondriale, costituito solo da 37 geni materni  a fronte dei 20mila/25mila del DNA nucleare, che non influisce, sembra,  ad esempio sull’aspetto fisico e quello comportamentale, determinati dal DNA del nucleo. Tuttavia il DNA dei mitocondri, può portare diverse malattie, come la suddetta sindrome di Leigh.

La creazione di embrioni con 3 genitori, però, non è legale negli USA (per il principio di precauzione:  quando si rischia di produrre esseri umani mutanti ci vuole prudenza. Gli esperimenti fatti in USA, negli anni ’90, hanno prodotto di fatto embrioni con malattie genetiche più gravi di quelle che si volevano evitare).  Zhang decide quindi di andare con il suo team in Messico dove non c’è nessuna regolamentazione. Inoltre – udite udite – non può usare la tecnica approvata nel Regno Unito  perché comporterebbe la creazione di due embrioni, uno con l’ovulo della madre malata, uno con l’ovulo della donna sana: il nucleo fecondato dell’ovulo col citoplasma malato viene trapiantato nel citoplasma sano da cui è stato asportato il nucleo. Quindi i due bambini verrebbero soppressi per crearne uno risultante dall’assemblaggio dei due. I coniugi Hassan, mussulmani, non vogliono la distruzione di due embrioni!

Zhang decide allora di seguire un metodo diverso, chiamato “spindle nuclear transfer”. Il nucleo dell’ovulo della madre, separato dal suo citoplasma dove si trovano i mitocondri mutati, viene messo al posto di quello dell’ovulo della donatrice. Solo a questo punto viene utilizzato lo sperma paterno per la fecondazione del nuovo ovulo ottenuto – avente il DNA nucleare della madre e il DNA mitocondriale sano della “donatrice” – così non viene distrutto alcun embrione...

Ma con questo sistema Zhang crea cinque embrioni, dei quali solo uno si sviluppa normalmente. Questo embrione viene impiantato nella madre e il bambino nasce nove mesi dopo.

Zhang e i suoi colleghi, testando i mitocondri del bambino, scoprono che in meno dell’1 per cento di essi si ritrova la mutazione. Sperano che tale percentuale sia troppo bassa per causare problemi che in genere nascono se vengono colpiti dalla malattia intorno al 18 per cento dei mitocondri.

Bert Smeets, un altro genetista citato dall’articolo in questione, è d’accordo, ma avverte il team che sarebbe il caso di tenere monitorato il bambino per assicurarsi che i livelli rimangano bassi. Esiste la possibilità che i mitocondri difettosi aumentino di numero, spiega: «Abbiamo bisogno di aspettare più nascite e valutarle con attenzione». E così conclude l’articolo del New Scientist.

UNA TELENOVELA

Insomma, il dottore ci invita candidamente a usare qualche altro ragazzino come cavia. Come dire «Proviamo ancora e vediamo che cosa succede...» (le cavie quelle vere, i topi di laboratorio, però lasciamoli stare: è immorale testare i farmaci su di loro, povere bestiole!).

L’articolo in questione sembra una telenovela che ripete un’infinità di volte la parola “etica”, o “etico” e insiste sul nobile intento di “salvare vite”...

Però, quali sono le vite che Zhang deve salvare? C’è qualche malato grave a rischio di morte? Assolutamente no. C’è solo il (legittimo) desiderio di due persone di dare alla luce un figlio sano, ma tale vita non c’è ancora. E i desideri sono sogni,  non diritti.

Zhang salva le vite preventivamente prima che siano ancora in essere, e per “salvarle” sacrifica 4 vite su 5 (di 5 embrioni creati 1 si è sviluppato normalmente: e gli altri che fine hanno fatto? Non erano vite, quelle? Insomma, per evitare la distruzione di due embrioni se ne distruggono quattro: nessuna contraddizione? Sono tutti eroi: Zhang ed il suo team ed i due integerrimi musulmani). E per salvare una vita, Zhang compie esperimenti genetici, di eugenetica, “provando” a far nascere bambini e “speriamo che i mitocondri difettosi non si moltiplichino”?

E poi, il rispetto per il credo, mussulmano, della coppia in questione, quanto sta bene inserito nel quadro generale di tutta la telenovela... L’attenzione viene completamente spostata dal cuore della questione. Si sta facendo “eugenetica”, non genetica. Si stanno producendo bambini OGM: ma questo viene oscurato, censurato dalla congiuntura di tante nobili scelte “tutte etiche”.

La “madre” e la “donatrice”, poi, vengono tenute ben distanti: la distinzione è ripetuta sempre: viene ben mantenuta la distanza tra le due donne, la seconda presentata come supporto e basta, nessuna fisionomia: una ragazza illusa di far del bene a qualcuno o bisognosa di denaro che vende – non dona – ovuli sottoponendosi alla rischiosissima iperstimolazione ovarica... Ma va tenuta a margine. Non sia mai le venisse in mente  di vantare qualche diritto nei confronti di quel bambino che porta anche in piccola parte il suo patrimoni0 genetico...

ETICA SENZA UOMINI E SENZA DIO
L’articolo si conclude in modo raccapricciante: nemmeno un residuo ultimo di umanità. Si possono creare, manipolare e selezionare embrioni, bambini ogm, e se poi si ammalano e muoiono, pazienza, si riproverà con degli altri, purché avanzi “il progresso”...

Il “superuomo” può fare a meno di Dio perché in fondo si sente un dio lui stesso: «We need to wait for more births, and to carefully judge them», dice Smeets: sarà necessario attendere ancora svariate nascite e studiarle attentamente.

Antonella Facco

«La mente gli scivolò nel mondo labirintico del bispensiero. Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo...» (George Orwell, 1984).

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