10/12/2016

Giornata mondiale dei diritti umani. Che dite, vietiamo l’aborto?

Il dieci dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dei Diritti umani, istituita in seguito all’approvazione della Dichiarazione universale dei Diritti umani nel 1948 da parte dell’Assemblea generale della Nazioni Unite.

Questa ricorrenza porta con sé, ogni anno, proclami tanto altisonanti quanto incoerenti. Perché? La questione è molto semplice: è inutile pontificare sui Diritti Umani quando il primo tra tutti i diritti, quello alla vita, non viene rispettato.

Sapete qual è la prima causa di morte al mondo? L’aborto. Le malattie cardiovascolari, accusate di essere il principale pericolo per le persone, causano ogni anno 17 milioni di vittime. L’aborto – i dati OMS sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Lancet – solamente nel 2008 ha causato 44 milioni di vittime: quasi tre volte tanto!

Insomma, non esiste luogo più pericoloso per l’essere umano del grembo materno. Ma parliamo di diritti umani perché siamo persone civili, ovviamente.

Vediamo qualche dato che riguarda l’Europa e l’Italia. Sono numeri che ben giustificano la definizione che il giornalista Antonio Socci diede dell’aborto: lo chiamò “genocidio censurato”.

Quanti sono gli aborti ogni giorno in Europa?

Il dato ufficiale disponibile è del 2008 dal Parlamento Europeo, Istituto di politiche familiariIn Europa, solo nel 2008 abbiamo ucciso con l’aborto 2.863.649 bambini, 1.207.646 dei quali – il 42 per cento – nei 27 Paesi dell’Unione europea, dove negli ultimi quindici anni sono stati complessivamente praticati 20.635.919 aborti. Dati raggelanti presentati lo scorso 2 marzo, nella sede del Parlamento europeo, dall’Istituto di politica familiare (Ipf), con il suo rapporto annuale sull’aborto in Europa e in Spagna. (Fonte: L’Osservatore Romano, articolo del 2010). Perciò 1.207.646 bambini uccisi legalmente nella UE nel 2008 per una media di 3.308 al giorno, sabati e domeniche compresi. In tutta l’Europa sono stati 2.863.649 per una media giornaliera di 7.845.

Dal panorama europeo stringiamo quindi la lente sull’Italia. L’immagine qui sotto – tratta da Popolation Pyramid – mostra la suddivisione della popolazione nel nostro Paese, che presenta una base molto ristretta.

aborto_popolazione_italia_vita

Il preoccupante restringimento della popolazione al di sotto dei 40 anni coincide con l’approvazione della legge sull’aborto (1978) e con la precedente sentenza pro aborto della Corte Costituzionale (1975).

Il crollo è impressionante e coincide con il numero di aborti annuo, che è stato tra 200 e 230 mila negli anni Ottanta, per poi scendere progressivamente fino ai 100 mila attuali a causa della diffusione dell’aborto chimico (pillole che uccidono. Ma le vittime restano fuori da ogni calcolo...) e del restringimento della popolazione femminile giovanile avvenuto nei decenni precedenti con l’aborto stesso (cioè ci sono molto meno donne oggi che possono essere incinte che negli anni Ottanta).

Si può vedere che se fosse proseguito il trend naturale esistente dal 1946 al 1974 oggi in Italia avremmo 15 milioni di persone tra 0 e 42 anni in più, cioè avremmo una campana demografica naturale, con una popolazione adulta e anziana normale e non esorbitante rispetto a quella giovanile. Quindi avremmo una economia normale e un’alta percentuale di cervelli in più (in genere un genio ogni mille studenti).

Vogliamo dunque parlare di diritti umani? Benissimo, allora poniamo fine all’aborto, prima causa di morte al mondo e principale fonte della crisi demografica, economica, morale e religiosa in cui siamo immersi.

Alba Mustela


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