15/07/2018

I trans rischiano l’ictus molto più delle donne vere

La rivista scientifica  Annals of Internal Medicine, ha pubblicato uno studio che solleva inquietanti evidenze sui rischi per la salute dei trans che si sottopongono alle terapie ormonali per “cambiare” sesso.

Le cartelle cliniche di 2842  uomini trans (che si sentono donne) e 2118 donne trans (che si sentono uomini) in otto anni e sono state  confrontate con 48.686 maschi  e 48.775 femmine

Risulta che le “donne” trans hanno  dall’80% al 90% più probabilità di subire un ictus o un attacco cardiaco rispetto alle donne vere. Lo studio è stato criticato perché il campione che ha sofferto delle patologie suddette era troppo piccolo per trarre conclusioni.

Inoltre, lo studio ha lasciato irrisolti diversi aspetti rilevanti del problema, in quanto non ha esaminato le  dosi ormonali specifiche, le formulazioni o le combinazioni dei farmaci assunti.

Gli stessi autori hanno affermato che sono necessarie ulteriori ricerche, e hanno tentato di minimizzare i risultati riscontrati, anche se «Forse (i risultati) dovrebbero essere presi in considerazione quando si pianifica il follow-up e la valutazione dei pazienti  sottoposti al trattamento, ha detto l’autore senior Michael Goodman della Rollins School of Public Health della Emory University. Come per ogni tipo di trattamento, i rischi devono essere valutati rispetto ai benefici».

A parte questi problemi circolatori, comunque, la salute dei trans è minacciata dalla depressione e dal suicidio anche  in paesi come Svezia (uno studio del 2011, ad esempio, ha rilevato che le persone trans hanno 19 volte più probabilità di suicidarsi , anche dopo un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso) che sono molto “liberali” e “gay friendly”.

Per raggiungere uno stato di equilibrio sano e mentalmente stabile, una persona trans deve far coincidere il più possibile il proprio sesso al “genere” percepito? Non sarebbe   più ragionevole – e medicalmente etico e sano – raggiungere questo obiettivo adoperandosi per aiutare la persona interessata a  cambiare  il “genere” in quello corrispondente al sesso  stabilito da madre natura? Ad avanzare questa ipotesi ci si becca la bolla di trans-omofobia. Ma un minimo di ragionamento andrebbe fatto: sono gli stessi trans che per primi pretendono di esseer “curati” perche soffrono di disforia. E pretendono di adeguare il sesso al genere. Non sarebbe più semplice adeguare il genere (che è mutevole!) al sesso? E se la “disforia” va “curata”  (anche se – per carità – non è una malattia, secondo l’Oms!), non sarà forse che la condizione di  “cisgender” – cioè delle persone normali – è quella ideale che  bisognerebbe cercare di sostenere e confermare fin da bambini? Questo ragionamento sarà “omofobo”, ma sembra anche molto razionale... o no?

E se gli uomini che voglion sembrare donne vanno incontro a maggiori problemi circolatori, le  donne che assumono il testosterone per sembrare uomo devono continuare a prendere il testosterone per tuttta la vita, altrimenti le loro caratteristiche sessuali secondarie maschili svaniscomo.

Il tentativo aggressivo e persistente del corpo umano di tornare allo stato primigenio, nonostante gli interventi medici e farmacologici, indica che lo stato primigenio è quello “naturale”: il corpo, costretto ad un certo cambiamento, si ribella...

Redazione

Fonte: LifeSiteNews

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.