27/11/2014

Il bacio della soldatessa anti – discriminazione

Una fotografia che diventa virale in poche ore, manifesto contro la cosiddetta discriminazione, ritrae la soldatessa Sabryna Schlagetter mentre bacia la “moglie” Cheyenne Nicole Schlagetter, dopo essere tornata dall’Afghanistan.

L’ennesima dimostrazione del livello etico raggiunto dagli Stati Uniti, dove Obama da sempre sostiene i “diritti” LGBT . Una serie di attentati alla famiglia naturale, quelli del Presidente USA, a partire dalla dichiarazione del 9 maggio 2012 secondo cui “i matrimoni fra persone dello stesso dovrebbero essere legali”.

La Corte Suprema l’anno scorso ha bocciato la legge federale per cui l’unico matrimonio possibile è quello contratto tra un uomo ed una donna. A questa sentenza  sono seguite quelle dei giudici di diversi Stati che hanno sostanzialmente regolarizzato le unioni tra persone dello stesso sesso.

Dai diritti sull’immigrazione a quelli fiscali, compresa l’assicurazione per la vita e quella sanitaria, oggi le coppie gay si vedono riconosciuti a livello federale gli stessi diritti riconosciuti alle coppie etero.

Anche l’esercito americano è stato inevitabilmente travolto da questa legislazione libertaria: le due donne ritratte nella foto sono state sposate poco prima della partenza di Sabryna Schlagatter per l’Afghanistan, a cui non è stato impedito di fare “coming out” grazie ad un decreto dell’amministrazione Obama che ha abrogato la legge “don’t ask, don’t tell” il 20 settembre 2011.

La fotografia è stata prontamente rilanciata e proposta dai nostri quotidiani come “inno all’amore che non conosce discriminazione ” (la Repubblica) e “un bacio contro ogni pregiudizio” (Corriere della Sera).

Diventa difficile capire la necessità di un tale gesto, proposto come anti-discriminazione, considerando che, in USA, come sopra spiegato, le coppie di persone dello stesso sesso sono equiparate integralmente a quelle di sesso diverso senza alcuna “ discriminazione ”.

Casualmente, lo stesso giorno in cui la foto ha fatto il giro del web, era il “Transgender Day of Rememberance”, ovvero una giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’odio contro le persone transessuali. Secondo i dati raccolti dal “Transgendere Eurepe’s Trans murder monitoring project” (un ente sicuramente di parte), quest’anno, nel mondo, si sono verificate 226 segnalazioni di omicidi trans (da notare: in primo luogo, si parla di “segnalazioni” e non di sentenze di condanna definitiva; in secondo luogo, non è detto che l’omicidio di un transessuale sia motivato da un odio nei confronti della persona per il semplice fatto di essere trans).

L’Arcigay inoltre preannuncia che, pur essendo ignoto il dato italiano (e quindi su che basi rilasciano certe affermazioni?), l’Italia potrebbe essere uno dei paesi più “transfobici” in Europa (gli studi e le ricerche pare non siano d’accordo).

L’Associazione gay ritiene che il numero di transessuali uccisi in Italia dal 2008 ad oggi (6 anni) sia pari a 28, ovviamente secondo gli “studi” da loro condotti ma totalmente sconosciuti al resto della popolazione.

Elia Buizza

 

 

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