05/10/2017

Il dibattito sull’aborto in USA: un approfondimento

L’aborto uccide un bambino sempre anche se la gravidanza è appena cominciata.

Ma a 20 settimane il bambino misura circa 25 cm e pesa intorno ai 400 gr; le ciglia e le unghie sono perfettamente formate, le impronte digitali si disegnano con estrema precisione, gli occhi si muovono  sotto le palpebre , alterna cicli di sonno e di veglia con una certa regolarità.

Certamente è in grado di sentire dolore.

Per questo la Camera dei Rappresentanti USA ha approvato martedì il disegno di legge che proibisce l’aborto praticato dopo la 20ª settimana di gestazione, con la sola eccezione di casi di stupro, incesto o rischio per la vita della madre: il “Pain-Capable Unborn Child Protection Act“, di cui abbiamo scritto qui .

Il dibattito sull’aborto tardivo in USA

Negli USA, dove in molti stati è legale abortire per tutti i nove mesi di gravidanza e per qualsiasi motivo, è vivissimo il dibattito sull’aborto tardivo.
Nel 1973, affermando il diritto all’aborto, la Corte Suprema faceva leva sul concetto di vitalità, sulla possibilità cioè del bambino di sopravvivere al di fuori del ventre materno, e la collocava “a circa sette mesi (28 settimane)”, pur ammettendo che potesse “avvenire prima, anche a 24 settimane”. Ma oggi, piuttosto, la questione che infiamma il dibattito verte sulla capacità dei bambini di provare dolore. “Proteggiamo i bambini da inutili sofferenze!” – proclamano i promotori della legge.

Rispondendo a chi sostiene che un bambino di 20 settimane non è in grado di sentire dolore, padre Frank Pavone, dei Sacerdoti per la vita (Priests for life), ha scritto, in un articolo del 27 settembre sul Washington Examiner, che si continua ad utilizzare la desueta definizione del dolore come “costrutto psicologico con contenuti emotivi”, piuttosto che considerarlo una risposta neurologica. Ma ora che il progresso della medicina attesta che il sistema neurologico si forma prima della 20ª settimana, la sofferenza dei feti abortiti non può più essere derubricata a “danno collaterale della libertà riproduttiva”.

In effetti, stando a quanto riportato da AbortionProcedures.com, l’aborto tardivo è di solito praticato con il metodo della “dilatazione ed evacuazione” (D&E), consistente nell’apertura della cervice della donna, nel drenaggio del liquido amniotico dall’utero e nello smembramento del bambino. “La parte più difficile della procedura è di solito trovare, afferrare e schiacciare la testa del bambino” – ha spiegato AbortionProcedures.com. “Noi ... andiamo letteralmente a prendere e tirare fuori pezzi”. Perciò, molte volte si preferisce iniettare la diossina nell’utero per causare l’arresto cardiaco. Ciononostante, accade che a volte i neonati nascono vivi. Ma sono destinati a sopravvivere per breve tempo.

“Non possiamo invocare l’ignoranza, il loro dolore non è più invisibile” (“We cannot claim ignorance. Their pain is no longer invisible to us”), ha dichiarato lo speaker della Camera, Paul Ryan, prima del voto in aula. “Non possiamo come società con buona e retta coscienza ignorarlo” (“We cannot as a society, with good and upright conscience ignore it.“).

A 22 settimane i prematuri possono sopravvivere sani

Non minore impressione hanno suscitato nell’opinione pubblica i casi di alcuni bambini nati molto prematuri e sopravvissuti: in particolare quello di Micah Pickering (richiamato anche in sede di discussione alla Camera), nato alla 22esima settimana nel luglio del 2012 e che oggi è un bimbo sano di 5 anni. “Micah è veramente il vero volto di questo problema” – ha dichiarato Marjorie Dannenfelser, presidente di Susan B. Anthony List, organizzazione pro-life, a MRC Culture. “Non si tratta del fatto che sono sopravvissuti, che hanno sfidato tutte le probabilità e hanno vissuto“, quanto del fatto che “ogni vita nascente”, indipendentemente se sarà portata avanti o meno, è importante. “Quindi la vitalità come argomento è priva di compassione”, se solo si pensa che Micah avrebbe potuto legalmente essere abortito solo una settimana prima della nascita – ha concluso la Dannenfelser.

Ma il fronte abortista ha bollato il disegno di legge come un “altro attacco vergognoso” (“another shameful attack”) ai diritti delle donne. “Limitando l’accesso delle donne a un aborto sicuro e legale, i repubblicani privano milioni di donne in tutto il paese del loro diritto fondamentale per prendere le decisioni sanitarie migliori per loro e per le loro famiglie” – ha dichiarato Jess O’Connell, direttore generale del Comitato nazionale democratico, la principale organizzazione permanente del Partito Democratico.

Il dibattito sull’aborto tardivo alla Camera dei Rappresentanti

Nel dibattito in aula la deputata repubblicana Mia Love ha richiamato l’aberrazione normativa per cui l’uccisione di una donna incinta è considerata negli USA doppio omicidio, mentre l’aborto non è considerato omicidio.

Karen Handel, deputata repubblicana della Georgia, ha affermato che a 20 settimane, i bambini “possono sentire la musica” e “rispondere alle voci umane”, concludendo che “questo disegno di legge riflette le conoscenze mediche di oggi circa capacità del bambino di sentire il dolore“.

Ann Wagner, collega repubblicana del Missouri, ha mostrato in aula un gigantesco poster dell’ecografia di suo nipote a 17 settimane, spiegando che il battito cardiaco inizia tre settimane dopo il concepimento e che a 7 settimane il bambino comincia a scalciare nel ventre materno.

Sul fronte opposto i Deputati Democratici hanno difeso l’aborto oltre la 20ª settimana ripetendo a più riprese: “dobbiamo fermare i divieti” sull’aborto. In particolare Brad Schneider, Democratico dell’Illinois, ha raccontato la storia di Jessica, il cui “bambino aveva un raro difetto alla nascita”, concludendo che in quel caso, come nei casi simili, “avere un aborto era la scelta più pietosa“. Ha, quindi, citato le parole della mamma: “mia figlia meritava pietà!“. [Per pietà ormai si intende la morte, non più la cura, l’amore, l’accompagnamento, la “con – passione”..., ndR]

Di tenore polemico è stato l’intervento del deputato democratico del Tennessee, Steve Cohen, che ha accusato i colleghi pro-life “di venire a parlare di proteggere il nascituro, dimenticando i diritti delle donne.”

In risposta il deputato repubblicano Trent Franks, promotore del disegno di legge, ha richiamato le parole di Thomas Jefferson: “La cura della vita umana e della felicità, e non la loro distruzione, è il primo e unico obiettivo del buon governo”. Ha, quindi, affermato che l’aborto è la “più grande e più insidiosa lesione dei diritti umani negli Stati Uniti oggi”. Per la legge federale, gli animali da allevamento hanno più protezione, rispetto ai nascituri dopo la 20ª settimana. Li ha definiti “piccoli figli di Dio capaci di sentire dolore“.

La repubblicana Virginia Foxx ha, infine, dichiarato di considerare suo “dovere” di supportare la vita: “Dobbiamo preoccuparci di questi bambini non ancora nati, non infliggere loro gravi dolori... trattandoli come oggetti”.

Clemente Sparaco


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