15/05/2013

Il grande giro dell’aborto in soldoni

Le rivelazioni sull’industria dell’aborto stanno venendo fuori ad un nuovo ritmo e con maggiori dettagli. Esse stanno suscitando un confronto pubblico sull’aborto e stanno spingendo alcune persone a parlare come mai era accaduto prima. Gli insabbiamenti stanno venendo fuori e Big Abortion è esposta come non mai. Big Abortion è stata sotto la luce dei riflettori alla Convention Nazionale Democratica della scorsa estate, che ha celebrato l’aborto come mai si era visto prima nella politica americana. Questo però è il tipo di esposizione che all’industria sta bene. Ciò che sta succedendo adesso è nuovo per loro, per il pubblico americano e per l’universo globale collegato e sintonizzato: quasi 40 anni dopo la sentenza Roe vs Wade stiamo finalmente guardando l’aborto nella sua cruda realtà e ne stiamo parlando.

E’ stata una sorta di tempesta perfetta quella che è che si è scatenata nelle ultime settimane e che ha spinto un pubblico senza precedenti e gli stessi media a confrontarsi con l’intera questione dell’aborto. Il processo all’infame abortista Kermit Gosnell ha finalmente fatto notizia quando Kirsten Powers, una “stratega democratica” e commentatrice liberal ha cominciato ad attirare l’attenzione dei media su di esso, ed esperte persone pro-life hanno lanciato una campagna di base sui social network per svergognare i media che solo in quel momento – per l’esposizione agli occhi di tutti in tribunale – prestavano attenzione a crimini contro l’umanità ben conosciuti da anni.

Questo caso ha richiesto anni prima di arrivare al processo. Definire farsa ciò che è avvenuto nel periodo precedente è un risibile eufemismo. Le autorità dello Stato della Pennsylvania hanno omesso di controllare questa e altre cliniche abortiste per anni e anni. Questo articolo di Atlantic fornisce i dettagli tratti dalle conclusioni della giuria.

Alcuni membri del Congresso hanno ascoltato i loro elettori sul perché il Congresso non stesse facendo nulla per affrontare gli scandali e gli orrori legati all’aborto, e un gruppo di quei membri è intervenuto.

Un lobbista di Planned Parenthood ha testimoniato che il destino di un bambino nato vivo dopo un tentativo di aborto è ancora in balia della donna e del medico che ha iniziato l’intervento, il che equivale in pratica ad accettare di fatto l’infanticidio.

Il presidente degli Stati Uniti si è rivolto alla conferenza nazionale di Planned Parenthood, ha promesso la sua fedeltà, ha distorto il significato di assistenza sanitaria delle donne, ed ha concluso invocando la benedizione di Dio sul gigante abortista.

C’è poi l’incredibile squadra investigativa Live Action che ha cominciato a diffondere la sua nuova serie di video sotto copertura che mostrano la pratica dell’aborto oltre i termini in alcune cliniche, l’atteggiamento disumano nei confronti del feto abortito e che cosa succede se un bambino sopravvive all’aborto. Si sta veramente parlando di aborto e c’è bisogno di continuare.

Una delle cose che i video di Live Action hanno mostrato è che la clinica di Gosnell non è l’eccezione come l’industria dell’aborto ha sostenuto quando alla fine non ha potuto evitare di affrontare gli orrori di quel caso particolare. Non si tratta di un fatto isolato come Planned Parenthood ha sostenuto.

I sostenitori dell’aborto hanno affermato che Gosnell era un’assoluta eccezione e si sono opposti alla legislazione per migliorare il controllo delle cliniche abortiste della Pennsylvania, miglioramento già attuato in altri Stati.

La scorsa settimana, i funzionari dell’Ohio hanno chiuso una clinica per aborti dopo che gli ispettori hanno trovato che un assistente medico aveva somministrato irregolarmente narcotici a cinque pazienti, che narcotici e potenti sedativi non venivano utilizzati in modo corretto, che le licenze della farmacia erano scadute e che quattro membri del personale non erano stati sottoposti a screening per una malattia trasmissibile.

Pochi giorni fa una stazione televisiva del Delaware ha riferito che due infermiere di Planned Parenthood si sono dimesse per protestare contro le condizioni in una clinica del luogo. Un’infermiera, Jayne Mitchell-Werbrich, ha detto: «Era tutto assolutamente pericoloso. Non vi posso dire quanto fosse ridicolmente pericoloso».

Il mese scorso i funzionari del Maryland hanno fatto chiudere tre cliniche abortiste, due di esse per la mancanza di attrezzature e addestramento per affrontare le complicanze pericolose per la vita. L’anno scorso, un’inchiesta di Associated Press ha scoperto che l’Illinois non aveva ispezionato alcune cliniche abortiste per 10-15 anni. Dopo che i funzionari della sanità dello Stato hanno rinvigorito i loro controlli sulla scia del caso Gosnell, gli ispettori hanno chiuso due cliniche, tra cui una perseguita per «mancata esecuzione di un esame cardiologico su una paziente che in seguito è morta» secondo quanto riferisce Associated Press.

Tali problemi non meravigliano la rappresentante dello Stato della Pennsylvania Margo Davidson, unico membro del Black Caucus democratico a votare per il disegno di legge sulla regolamentazione dell’aborto. Mi ha detto: «Non sappiamo quanti Gosnell ci sono. Io non sto cercando di rovesciare la sentenza Roe vs Wade, ma se una donna fa questa scelta difficile, dovrebbe almeno ricevere il più alto livello di assistenza». Ha detto che quelli in grado di intervenire sapevano cosa stava succedendo e non hanno fatto nulla.

Prendete nota di questo. La cosiddetta «comunità di scelta» sapeva quello che stava succedendo e non ha fatto nulla. Questo non dovrebbe scivolar via troppo facilmente.

In effetti la giuria ha rilevato che la National Abortion Federation che aveva ispezionato la clinica di Gosnell, si era rifiutata di certificarla, ma non aveva detto niente a nessuno. Il rappresentante di Planned Parenthood per la Pennsylvania Dayle Steinberg ha ammesso che i suoi funzionari sapevano che la clinica era pericolosa dopo aver ricevuto le lamentele di diverse donne. E che cosa hanno fatto allora? «Cercavamo sempre di incoraggiarle a segnalare i problemi al Dipartimento della Salute»

Davidson ha concluso che – per chi sarebbe dovuto intervenire – l’istituto era più importante della vita delle singole persone. Davidson conosce in prima persona ciò che può accadere quando le persone scelgono di guardare dall’altra parte: una sua cugina di 22 anni è morta dopo un aborto alla clinica di Gosnell.

Ecco cosa può succedere «quando le persone scelgono di guardare dall’altra parte». Ogni scelta ha delle conseguenze. A un certo punto bisogna fare i conti con questo.

di Sheila Liaugminas

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