Come già accaduto in Italia, in Francia ora arriva il kit del perfetto giornalista gay friendly: le espressioni da usare, quelle da evitare, come relazionarsi con una persona non eterosessuale ed in che modo descriverne le manifestazioni.
Tutta questa preoccupazione coincide con l’imminente Gay Pride che, come riporta Le Express, non potrà trovare impreparati i mezzi di comunicazione: troppo facile cadere in un modo di dire, in una parola stonata... il rischio è di esser accusati di omofobia!
Quindi via al prontuario: non si dice “confessare la propria omosessualità” ma “dichiarare” come la vetusta espressione “cambio di sesso” deve essere sostituita da “trascrizione di genere”. Si devono sfatare anche luoghi comuni: non tutte le donne aspettano il principe azzurro ed il matrimonio gay è uguale a quello eterosessuale.
L’operazione -guidata da un’associazione di giornalisti GLBT- mira a normalizzare l’omosessualità e la transessualità, partendo dal linguaggio e dalla percezione di massa.
Sia mai che una sobria manifestazione come il Gay Pride venga rappresentata come un qualcosa fuori dalla banalità...
Redazione