26/02/2018

In tutte le Chiese crisiane della Slovacchia, no al gender

Come avevamo preannunciato qui, in tutte le chiese cristiane della Slovacchia è stato letto questo messaggio in cui si spiega perché c’è un grande movimento dell’opinione pubblica contro la ratifica della Convenzione di Istambul. Il Premier, Robert Fico, con la coalizione di Governo si è mostrato in piena sintonia con le istanze della società civile.  La traduzuzione è a cura della Redazione.

Oggi assistiamo a un tentativo di cambiare radicalmente la visione dell’uomo e del suo modo di vivere. C’è  grande enfasi sull’individualismo, lo sviluppo individuale e gli interessi personali. Questo ha portato anche effetti negativi, incluse varie manifestazioni di violenza anche nelle relazioni tra i parenti più stretti, quindi all’interno delle famiglie.
Come cristiani crediamo che Dio abbia creato tutti gli esseri umani uguali in dignità. Ogni uomo e ogni donna è un essere unico; Dio vuole che abbiamo una famiglia in cui ci completiamo a vicenda.

La violenza non è mai un modo per risolvere i problemi. È positivo che stiamo diventando sempre più consapevoli di questa verità e che la nostra legislazione rifletta su questo è davvero apprezzabile. Tuttavia, quando si tratta di raggiungere certi ideali, anche la scelta degli strumenti è importante. Il fine non giustifica i mezzi e non ogni percorso conduce allo scopo dichiarato.

Pertanto, siamo preoccupati per le iniziative volte alla ratifica della controversa Convenzione del Consiglio d’Europa, la cosiddetta Convenzione di Istanbul.

La Convenzione di Istanbul vede le radici della violenza domestica nei “ruoli” di uomini e donne, che definisce stereotipati, e chiede di affrontare questo problema disconoscendo le  caratteristiche specifiche della natura umana data all’uomo e alla donna in favore del la cosiddetta uguaglianza di genere.

Definisce il genere come «i ruoli socialmente costruiti, i comportamenti, le attività e gli attributi che una determinata società considera appropriati per le donne e gli uomini» (articolo 3, lettera c). La Convenzione richiede la condanna di  questi “ruoli stereotipati” (articolo 12, paragrafo 1) così come l’introduzione di “ruoli di genere non stereotipati” (articolo 14, paragrafo 1) che debbono essere esaminati da un gruppo di esperti non ben definito (Articolo 66) che poi prevarrebbe  sui parlamenti nazionali degli Stati aderenti alla Convenzione.

Se si applicherà la Convenzione, quindi, le leggi dei Paesi aderenti saranno cambiate, potrà essere modificata l’istruzione e la formazione in tutti gli Stati firmatari, mentre «nessuna riserva può essere fatta in relazione a nessuna disposizione della presente Convenzione, ad eccezione di diverse questioni senza importanza» (Art. 78, par. 1).

Non abbiamo fiducia che le conclusioni di questi esperti saranno vere e aiuteranno a prevenire efficacemente la violenza domestica. Piuttosto, pensiamo che andranno a  diffondere  l’ideologia di genere e l’agenda anti-famiglia ad essa connessa.

Il problema della violenza domestica richiede un approccio globale. Può riguardare non solo le donne ma anche altre persone vulnerabili. Ogni violenza è caratterizzata dalla mancanza di rispetto per la dignità umana, che, in quanto dono di Dio, è inviolabile.

Le Chiese cristiane nella Repubblica slovacca sostengono la parità tra i sessi. Siamo a favore della protezione delle donne da ogni violenza, ma non possiamo essere d’accordo con le ideologie che rappresentano l’uguaglianza come identità e ricorrono alla negazione delle differenze naturali e legittime tra uomini e donne. Il conflitto non è il naturale rapporto tra uomo e donna: è natirale  una vocazione all’armonia e alla complementarità, nell’opera di Dio del matrimonio e della famiglia.

Una debolezza può essere tollerata ma non una bugia. Siamo fermamente convinti che esista una verità immutabile sull’essere umano, sull’identità dell’uomo e della donna, e che noi come persone non determiniamo la verità, la scopriamo soltanto. Allo stesso tempo, affermiamo di essere capaci di coglierla la verità, mantenendo una sana capacità di  giudizio, capace quindi  di conoscere la verità sul matrimonio, che è il legame di un uomo e una donna.

Noi, i rappresentanti delle chiese cristiane, stiamo indirizzando questa dichiarazione a tutti i cittadini e i funzionari pubblici della Repubblica slovacca per confermare che sosteniamo gli sforzi per affrontare efficacemente il problema della violenza domestica. Allo stesso tempo, dichiariamo che consideriamo la cosiddetta Convenzione di Istanbul come espressione dell’ideologia di genere. Per questo motivo, ci rivolgiamo al governo della Repubblica slovacca affinché ritiri  la firma apposta alla Convenzione.
Facciamo del nostro meglio per proteggere tutte le persone, soprattutto quelle persone a rischio di violenza, così come per promuovere il matrimonio sano e la famiglia.

Preghiamo il Signore misericordioso di darci la forza di perseverare in questo sforzo: trattare ogni essere umano in modo equo, sulla base della verità immutabile sull’uomo e sulla donna che sono creati a immagine di Dio.

Redazione


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