21/03/2015

In UK è concesso l’aborto delle bambine solo perché femmine

Nella stragrande maggioranza dei paesi “civili democratici” (compreso il Regno Unito), che pure consentono legalmente l’aborto, la selezione del sesso del nascituro è assolutamente illegale.

Per questo motivo, il Crown Prosecution Service (CPS) aveva messo sotto accusa due soggetti, il Dr. Palaniappan Rajmohan e la Dr.ssa Prabha Sivaraman, che erano stati filmati dal quotidiano Daily Telegraph, mentre si offrivano di abortire una bambina solamente a motivo del suo sesso.

Nel video reso pubblico dal Telegraph , si vede una donna incinta che, avendo appena scoperto di aspettare una femmina, si rivolge alla Sivaraman per abortire perché “sperava di avere un maschio”. A tale richiesta, l’abortista risponde : “Io non faccio domande. Se vuole un’interruzione, si fa un’interruzione”.

La Sivaraman chiama poi un collega (Rajmohan) per assicurarsi che lui stesso avrebbe eseguito l’aborto in un ospedale pubblico, ma con pagamento “in privato” per evitare “domande indesiderate”.
A seguito della diffusione di questo video scioccante, il CPS aveva dunque messo sotto accusa i due medici.

Ma come spesso accade quando ci sono forti interessi economici in ballo, sotto la pressione degli attivisti pro-choice, il CPS ha poi fatto cadere il caso, dicendo che il perseguimento degli abortisti “non era di interesse pubblico”, e che ogni conseguenza potenziale sarebbe stata meglio trattata dal General Medical Council, non dai tribunali.

Di fronte a questo inaccettabile dietro-front, la giovane attivista pro-life Aisling Hubert, ha citato in giudizio i due abortisti, con l’aiuto del Christian Legal Centre.

Incredibilmente, questa settimana il CPS è intervenuto per bloccare la querela della Hubert.
“Sebbene le prove raccolte inducano a ritenere l’evidenza del fatto, le considerazioni di pubblico interesse prevalgono su questo. Perciò, in relazione alle azioni penali private, abbiamo concluso che devono essere prese in consegna da parte del CPS ed essere fermate” ha detto l’agenzia in un comunicato.

BludentalComprensibilmente delusa dal comportamento del governo, la giovane attivista pro-life ha dichiarato che quella è stata “una giornata molto triste per le donne nel Regno Unito […] “abbiamo aborrito la pratica in Cina e in India, dove milioni di bambine vengono uccise semplicemente perché femmine, eppure, quando un caso come questo avviene nel Regno Unito, il CPS lavora attivamente per fermare un procedimento legale”.
“In questa nazione abbiamo aperto la porta alla selezione di genere tramite l’aborto” ha quindi concluso la Hubert.

Questa assurda decisione del CPS arriva poche settimane dopo che la Camera dei Comuni ha respinto una proposta di legge che avrebbe esplicitamente vietato gli aborti selettivi.

Anche Andrea Williams, direttore esecutivo del Christian Legal Centre, che ha aiutato l’attivista pro-life nella causa, ha giustamente criticato tale provvedimento.
“Penso che il comportamento del CPS sia molto ipocrita”, ha dichiarato Williams. “Da un lato infatti, il Governo ha detto che non c’è necessità di chiarezza su questo punto (l’aborto selettivo) a livello legislativo. Dall’altro, abbiamo una situazione in cui il CPS dichiara che, nonostante l’evidenza del fatto, non è di pubblico interesse perseguire gli autori. C’è chiaramente una grande mancanza di chiarezza.”
Williams si chiede giustamente quali altre prove occorrano oltre ad un filmato che coglie in flagrante gli autori di questa pratica aberrante.

Ci auguriamo che il governo britannico si renda conto che salvare delle vite umane rientra sicuramente tra le questioni di interesse pubblico, se non altro se vuole evitare di scendere al livello di disumanità raggiunto da paesi come l’India e la Cina.

Fonte: LifeSiteNews

Laura Bencetti

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