20/03/2016

Ingegneria genetica, OGM, e profitti

In un articolo pubblicato qualche giorno fa, Bioedge ha intervistato la dottoressa Carrie D. Wolinetz, esperta nel campo della biomedicina e dell’ingegneria genetica: nel campo, cioè, in cui oggi si lavora per montare e smontare le catene del DNA umano, con lo scopo, sì di risanarne eventuali difetti, ma comunque di modificarle.

In particolare la CRISPR/Cas9 (dove CRISPR sta per clustered regularly interspaced short palindromic repeats) è una tecnica relativamente semplice ed economica che consente di usare la proteina “Cas9” e farla legare ad una molecola di RNA. Questa la porterà in un punto specifico del genoma della cellula che necessità di essere riparato. In altre parole, con questo sistema si possono accendere, spegnere o riscrivere (editing) geni difettosi che causano malattie.

E’ importante capire che chi parla è una persona competente che non ragiona per sentito dire: la dottoressa Wolinetz è Direttore per gli Affari Federali dell’Association of American Universities (AAU) e Direttore degli Affari Scientifici e delle Pubbliche Relazioni alla Federation of American Societies for Experimental Biology (FASEB). Oltre che lavorare per il  National Institue of Health statunitense, insegna alla Georgetown University nel dipartimento di Scienza, Tecnologia e Affari Internazionali.

La Wolinetz spiega che molti vedono le nuove tecnologie genetiche solo per i grandi scenari che si prospettano in positivo nel campo della medicina e delle scienze biologiche. Alcuni pensano che presto si potranno sconfiggere definitivamente malanni come la malaria e l’AIDS e molti altri. Altri pensano che sarà possibile produrre animali con organi adatti per il trapianto in esseri umani.

Ma la strada è anche cosparsa di insidie molto pericolose, comporta esperimenti molto discutibili per la salute dei soggetti interessati e pone enormi problemi bioetici. Tanto che il Direttore del National Institute of Health, il Dr. Collins, ha pubblicato la decisione di tagliare i finanziamenti pubblici alla ricerca sull’ ingegneria genetica destinata alla riproduzione umana.

Insomma: una cosa è capire come funziona e dove e perché non funziona, un’altra è porre mano, con l’intento di “aggiustare”, ma di fatto smontando e rimontando, il DNA. E ancor più pericoloso è creare embrioni geneticamente modificati.

Tra l’altro al NIH si sono posti il problema del consenso dei soggetti “mutati” geneticamente per volontà dei genitori e di tutte le generazioni a venire, che pagheranno le tare che saranno costretti ad ereditare dai primi “mutati”.

In questo i ricercatori inglesi, come abbiamo visto, sono molto più spregiudicati, mentre in America ancora c’è qualche remora: hanno riscontrato che gli individui che verranno “prodotti” a seguito di queste manipolazioni genetiche saranno soggetti a contrarre svariate forme di tumore, anche maligno, a “mosaicismo” e a mutazioni cromosomiche dagli effetti inimmaginabili. Insomma si creerebbero dei mostri: i mutanti della Marvel, gli “X Men”,  dovrebbero insegnarci qualcosa.

Il primo rapporto ufficiale di ingegneria genetica (Liang, P., et al., (2015) CRISPR/Cas9-mediated gene editing in human tripronuclear zygotes. Protein & Cell 6:363-372.) ha rilevato risultati molto deludenti dal punto di vista riparativo e ha invece generato dei “mosaici” genetici. Ciò vuol dire “chimere”, individui con geni di diversa provenienza, contrastanti e incompatibili (sono esempi di mosaicismo quelli che – rarissimamente, per fortuna – nascono con cromosomi XX e XY variamente assortiti, per cui hanno caratteri sessuali maschili e femminili intrecciati, associati spesso a ritardo mentale e altri seri problemi). La Wolinetz spiega che è ancora molto incerta, anche alla ricerca più avanzata, l’effettiva funzionalità dei singoli tratti del genoma umano. Insomma se ne sa ancora troppo poco, rispetto alle conclusioni che si vogliono trarre e agli esperimenti che si vogliono fare.

Del resto il NIH continua a finanziare ricerche sulle tecnologie di ingegneria genetica non riproduttiva, cioè che non implica la creazione di nuovi individui. In questo campo – assicura la Wolinetz, il progresso scientifico può fare ancora passi da giganti.

Ma il problema è internazionale: lavorano sul campo ricercatoti di tutto il mondo Cina compresa e c’è anche il pericolo che queste tecniche (la CRISPR è relativamente facile e de economica) vangano sperimentate da piccoli biologi indipendenti, incontrollati e incontrollabili.

Quanto meno sarebbe necessario un accordo internazionale che ponga un limite chiaro e definito: no all’impianto in utero di embrioni geneticamente modificati.

(Come al solito, il vulnus sta nel pensare di poter mettere i soliti “paletti”. E’ ovvio che se il principio “si può fare, quindi si fa” passa, se si “fa” e si disfa l’embrione,  è sciocco pensare che i limiti reggano. L’etica della scienza dovrebbe imporsi un no radicale alla manipolazione dell’essere umano).

Insomma: NO OGM, è il caso di dire. Soprattutto se invece di mais o di zucchine si sta modificando l’essenza e  la vita degli esseri umani.

Ma di tutto questo si parla poco. Anzi, c’è chi ha interesse che non se ne parli affatto, perché intanto ci fa lauti guadagni sopra.

EconomyUp spiega come i titoli azionari delle società di ingegneria genetica, come per esempio Editas Medicine, in un mese siano cresciuti in Borsa di percentuali astronomiche (67%!) in assoluta controtendenza rispetto alla crisi generale che tutti ben conosciamo.

Nonostante un inizio anno difficilissimo sui mercati finanziari, la startup che si occupa di editing dei geni, si è quotata a inizio febbraio e ha raggiunto rapidamente un miliardo di valore. Per gli investitori un ritorno pari a 10 volte l’investimento, in meno di tre anni“.

Quindi, dove c’è modo di fare tanti soldi, è chiaro che i problemi etici passino in seconda linea. E’ chiaro che non conta che l’embrione umano è un essere umano.

E l’essere umano non può mai essere considerato un mezzo. E’ sempre un fine. Non è mai lecito sacrificare qualcuno (e qui si tratta di sacrificarne tanti!) per eventualmente in futuro salvare altri: ma qui sembra che, se c’è da fare un bel po’ di soldi, allora valgono anche i sacrifici umani.

Francesca Romana Poleggi

 

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