Allarme tra i pro-life inglesi. Un nuovo rapporto del governo svela che 17 donne, di età compresa tra i 17 e i 29 anni, recatesi ad abortire nel 2012, avevano già alle spalle sette aborti prima dell’ultimo. Sono migliaia poi le inglesi che abortiscono ripetutamente ogni anno: l’aborto è diventato ormai un mezzo di controllo per le nascite. I dati presentati dal ministro per la salute Jane Ellison sono abbastanza chiari, sebbene approssimativi.
Paul Tully, segretario generale di SPUC, organizzazione che tutela i bambini non nati, ha dichiarato: “ora la lobby pro-aborto suggerirà che sono necessari regimi più rigorosi di controllo delle nascite”. Tully ricorda poi che, sebbene per alcune donne l’aborto sia usato come mezzo contraccettivo, è soprattutto il Dipartimento della Salute ad incoraggiare un simile punto di vista. Il timore è che questi dati spingano il governo a promuovere ancor di più la contraccezione. Spiega però Tully che i risultati di questo tipo di “politiche” sono ben conosciuti: promozione di comportamenti sessuali che aumentano la probabilità di concepire bambini in situazioni instabili, molti dei quali saranno poi abortiti. Cosa fare allora? I medici dovrebbero rifiutare l’aborto per le cosiddette “gravidanze indesiderate”. Inoltre, i ministri “dovrebbero esigere – ha concluso Tully – che il Ministero della Sanità smetta di promuovere politiche di controllo delle nascite che portano agli abusi sessuali, all’indebolimento del matrimonio e all’uccisione di bambini non ancora nati “.
Claudia Cirami
Fonte: LifeSiteNews
