30/03/2017

La Buona Notizia #687 – La Romania marcia per la vita

La Buona Notizia oggi arriva dalla Romania, dove lo scorso 25 marzo si è tenuta con grande successo la settima edizione della locale Marcia per la Vita.

In tutto circa 110.000 persone, di ogni confessione religiosa, si sono raccolte in 138 città del Paese per testimoniare contro l’aborto e per difendere il diritto alla vita. Le concentrazioni maggiori si sono registrate a Oradea, Bacău e nella capitale Bucarest.

A queste si sono aggiunte 149 città della Moldavia, il cui numero di partecipanti non è stato ancora calcolato.

L’evento, organizzato con l’aiuto dell’associazione “Studenti per la Vita”, quest’anno aveva per tema “Aiuta la madre e il bambino. Dipendono da te!” ed è stato il coronamento di tutta una serie di iniziative pro-life che si sono svolte nei giorni precedenti.

Rispetto alla Marcia del 2016, in Romania i partecipanti sono aumentati di circa il 50%, a conferma  che i Paesi dell’Est Europa, che più a lungo hanno sofferto sotto il regime comunista, sono oggi tra i più convinti e tenaci assertori del diritto naturale, della ragione e del buon senso e per questo considerano l’aborto un omicidio e difendono la famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

Ovviamente i grandi mass media, asserviti all’eurocrazia di Bruxelles, di queste manifestazioni non parlano o, se proprio ne danno notizia, minimizzano e dicono che contro l’aborto a marciare c’erano solo quattro gatti. Noi invece sappiamo che il movimento pro-life è vivo e cresce sempre più, nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà. E questo, oltre a farci ben sperare, ci dà la carica per continuare la lotta nella realtà in cui ci troviamo.

Episodi come le scritte ingiuriose, blasfeme e volgari poste dai neomarxisti favorevoli all’aborto lungo il percorso delle marce svoltesi nelle varie città non devono spaventare. Sono il sintomo di una debolezza e al contempo rivelano il vero volto di quanti a parole dicono di battersi per il ‘progresso’, la ‘tolleranza’, la ‘libertà’ e la cosiddetta autodeterminazione delle donne.

Redazione


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