15/05/2017

La Buona Notizia #687 – Le famiglie vincono in Perù

Questa volta la buona notizia è ufficiale e definitiva. In Perù, contro la dittatura gender, le famiglie hanno vinto un’importante battaglia.

Come avevamo già scritto nelle scorse settimane, finalmente il 5 maggio il Congresso ha cancellato ogni riferimento all’identità di genere e all’orientamento sessuale dal decreto legislativo 1323, voluto dal presidente Kuczynski e che prevedeva l’introduzione nel Codice Penale di aggravanti nei casi di violenza contro omosessuali o trans.

Il provvedimento presidenziale, con la scusa della lotta all’omofobia e alla discriminazione, in realtà costituiva una pesante minaccia e limitazione alla libertà di espressione di quanti si oppongono all’agenda LGBT.

Ora le famiglie che nei mesi scorsi hanno invaso le piazze e le strade del Perù per contestare l’imposizione dell’ideologia gender in ogni dove possono tirare un sospiro di sollievo e sentirsi soddisfatte. Certo, si tratta della vittoria di una battaglia, non della guerra. Anche perché il voto del Parlamento è stato motivato più da ragioni tecniche che ideali. E l’esecutivo resta pesantemente condizionato dalla lobby LGBT: è notizia di questi giorni l’offerta, la scorsa estate, di ben 10 milioni di dollari allo Stato peruviano da parte di associazioni e organismi internazionali vari per attuare l’agenda omosessualista e gender. Ecco come si spiegano le successive decisioni del governo su questi temi...

Ad ogni modo, non si può non notare che la grande manifestazione della piattaforma “Con mis hjos no te metas” (Giù le mani dai miei figli), lo scorso 4 marzo, e la raccolta di oltre un milione e mezzo di firme abbiano avuto un ruolo importante in questo cambio di rotta del Congresso.

Segno della necessità della lotta nei luoghi pubblici, senza tregua e senza timori.

Redazione

Fonte: Aci Prensa

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