24/02/2016

La lobby dell’aborto non vuole che si “umanizzi” il feto...

Il peggior nemico del fronte favorevole all’aborto è la realtà.

È facile infatti convincere qualcuno ad abortire se gli si dice che ad essere eliminato è solo un grumo di cellule. In tal modo è anche più semplice vendere pezzi di feti abortiti come fa Planned Parenthood.

Diventa invece molto più difficile sostenere la bontà dell’aborto avendo davanti agli occhi un feto che si muove, reagisce agli stimoli e mostra tutta la sua vitalità. Così come se si spiega il modo in cui avviene un aborto e si fa prendere coscienza di quanto soffra il povero bambino quando viene ucciso.

Ovvio allora che le lobby abortiste vogliano nascondere la verità e negare quindi la realtà.

Un esempio lo si è avuto negli Stati Uniti, in occasione del Superbowl, il più importante evento sportivo americano ed uno dei maggiori eventi televisivi dell’anno. A tal proposito, basti pensare che il costo degli spot pubblicitari mandati in onda per l’occasione arriva sino a 4,5 milioni di dollari per soli 30 secondi di durata.

Come riporta AgendaEurope, c’è uno spot che ha suscitato molto clamore. Si tratta di quello delle patatine Doritos. 30 secondi divertenti e spiritosi, molto ironici, ma soprattutto pro-life.

La NARAL Pro-Choice America, organizzazione che lotta contro le restrizioni all’aborto e a favore di un sempre più facile accesso alle pratiche abortive, ha protestato duramente. In un tweet, ha condannato lo spot perché si mette al servizio della causa pro-life, in quanto “umanizza” il feto. Inoltre sarebbe pure sessista, perché mostra una mamma che partorisce ed un padre piuttosto superficiale (bah...!).

Comunque il motivo della critica è quasi più divertente dello spot, se non fosse tragico. Come si fa a dire che il feto viene “umanizzato”? I bambini nella pancia della mamma non sono forse esseri umani? Se la risposta è negativa, cosa sarebbero?

Robert George, docente di diritto all’Università di Princeton, ha dichiarato: «Dal momento che il feto nel video è un feto umano, ovvero figlio di genitori umani, e non di bovini, cani, o felini, non è chiaro come sia possibile che l’azienda di patatine sia colpevole di umanizzazione. Sicuramente la denuncia della NARAL sarebbe più giusta se presentata contro Dio, o la natura, o la semplice realtà biologica».

Sembra folle, eppure è successo davvero.

Il crimine dell’aborto si basa sulla menzogna e sull’occultamento della realtà. Ma sin dal concepimento siamo di fronte ad una persona a tutti gli effetti, ad una vita umana con il diritto di esistere. Checché ne dicano le lobby abortiste.

Redazione

 

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