31/10/2014

La lobby gay al Parlamento Europeo non ama la democrazia

Le lobby gay che sono potentemente infiltrate al Parlamento europeo non sembrano essere molto amanti della democrazia.

In Slovacchia, la Corte Costituzionale ha dato il suo consenso per un referendum nazionale concernente la precisazione, nella Costituzione del paese, che il matrimonio può solo essere fra un uomo ed una donna.  Il referendum è la conseguenza giuridica di una petizione che ha raccolto più di 400.000 firme (oltre il 10% degli elettori) che hanno richiesto un tale chiarimento nella Costituzione. In realtà, il Parlamento ha già adottato la definizione richiesta di “matrimonio”, mentre la petizione era ancora in corso.

Tuttavia, oltre alla chiara definizione del matrimonio, il referendum affronterà altre due questioni di grande importanza: gli Slovacchi voteranno su una proposta di modifica della Costituzione che vieti le adozioni da parte di coppie gay e che venga accettato e confermato il diritto dei genitori di non far seguire ai propri figli corsi di educazione sessuale (NDR. Leggi: precoce sessualizzazione dei bambini). La lobby LGBT all’interno del Parlamento Europeo ha reagito in maniera semplicemente furiosa.  Sophie in ‘t Veld, un europarlamentare olandese e leader della lobby omosessualista e pro-aborto, ha descritto questo prossimo referendum come “distateful”, cioè di “cattivo gusto”. Sembra un’affermazione strana proveniente da chi chiede sempre “diritti” e “democrazia”.  D’altra  parte, le lobby LGBT sono riuscite a far passare leggi sui matrimoni gay con minime maggioranze parlamentari (e, spesso, senza averne parlato durante le precedenti campagne elettorali) in paesi come la Francia e la Spagna ed altri. Adesso hanno la spudoratezza di  rivoltarsi contro il diritto sovrano del popolo slovacco di esprimere democraticamente la sua opinione.

Noi invece crediamo nell’autorità del popolo e siamo certi che in Slovacchia il buonsenso e la ragione trionferanno.

Antonio Brandi

 

 

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