04/12/2018

La Nuova Zelanda e lo spettro del referendum sull’aborto

È improbabile che la modifica legislativa di de-criminalizzare l’aborto e prevederlo come un ‘problema di salute’ sia oggeto di referendum in Nuova Zelanda. Al ministro della Giustizia Andrew Little è stato chiesto nei giorni scorsi se l’aborto sarebbe stato sottoposto a referendum, dopo che il mese scorso la Commissione per la Legislazione del Parlamento aveva pubblicato il suo documento informativo su come l’aborto potesse essere considerato un problema di salute. Il documento informativo propone anche modifiche alla legge abrogando la previsione dell’aborto come crimine. «Non penso che ci sia molto da raggiungere mettendo questa domanda in un referendum», ha detto Little. «Di certo non sto proponendo e non ho pensato che questo sarà oggetto di un referendum».

Tuttavia il ministro della Giustizia ha confermato che il governo sta prendendo in considerazione lo svolgimento di referendum sulla riforma della legge sulla cannabis, l’eutanasia e la riforma elettorale e moltissime organizzazioni pro life hanno chiesto che, in caso di modifica e de-criminalizzazione dell’aborto, la scelta venga lasciata ai cittadini con un referendum. Un voto necessario e popolare per la difesa della vita del nascituro. La sfida delle grandi imprese pro aborto che vogliono espandere la propria rete mortifera in tutto il mondo, soprattutto dopo la decisione degli USA e di Trump di tagliare fondi nazionali e internazionali, dovranno ora sfidare i cittadini neozelandesi. Non basterà al governo chiedere il voto segreto e nascosto del Parlamento, ci sarà un referendum e si incroceranno le armi della politica e del buon senso tra coloro che propongono l’omicidio del concepito e coloro che difendono la vita umana.

Luca Volontè

Fonte: TvNz

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