10/04/2015

La pillola e il cervello delle donne

L’assunzione della pillola anticoncezionale, come già rilevato più volte su questo sito, comporta diverse conseguenze per la salute psico-fisica della donna: alcuni studi evidenziano una maggiore incidenza di cancro al seno, infertilità, ipertensione, e un maggiore rischio di trombosi e embolie, nelle donne che assumono la pillola. Ora arriva, dagli Stati Uniti, un altro dato, ancora bisognoso di approfondimento, che però indicherebbe una possibile influenza della pillola sull’organo più delicato e importante che possiede l’essere umano: il cervello.

Ce ne informa l’Adige.it che riporta gli interessanti risultati di una ricerca condotta alla University of California a Los Angeles, da Nicole Petersen, e pubblicata sulla rivista Human Brain Mapping. La ricerca ha messo in luce come gli ormoni presenti nella pillola anticoncezionale possono agire anche sul cervello della donna, modificandolo e assottigliando lo spessore di alcune zone della corteccia cerebrale, in particolare la corteccia orbito frontale laterale e la cingolata posteriore. Infatti sul totale di 90 donne coinvolte nello studio, le 44 che assumevano anticoncezionali orali presentavano un minor spessore proprio in quelle zone del cervello.

La ricercatrice Nicole Petersen osserva che bisogna ancora stabilire se vi sia un rapporto di causa a effetto tra l’assunzione della pillola e gli effetti suddetti prodotti nella corteccia cerebrale, come pure le caratteristiche di questi effetti: se siano durevoli, reversibili, capaci di modificare il comportamento, ecc. Attendiamo quindi con curiosità i risultati di future ricerche.

Ci sono già però solide basi per ritenere che, da una parte, gli ormoni sessuali possono durevolmente modificare il cervello e, d’altra parte, che questo può provocare variazioni a livello comportamentale. L’Adige.it menziona il caso degli estrogeni, ormoni femminili che sembrano potenziare la memoria a lungo termine. Aggiungiamo che le differenze strutturali (e conseguentemente comportamentali) ormai assodate tra il cervello “maschile” e quello “femminile” sono dovute alla presenza o assenza, già in fase prenatale, di ormoni maschili (androgeni), regolati dal cromosoma Y.

Un esperto di autismo, come Simon Baron-Cohen, ha poi evidenziato come il diverso sviluppo del cervello sia legato alla quantità di testosterone (doppia nei maschi) prodotta già nella fase intrauterina, e che questo ormone, influenzando l’encefalo, abbia effetti sulle capacità linguistiche e di socializzazione, di solito più accentuate nelle femmine. Il professore ha infatti scoperto una correlazione tra maggiori livelli di testosterone in fase prenatale e uno sviluppo più lento delle capacità linguistiche e delle interazioni sociali negli anni a venire (vedi Lutchmaya, Baron-Cohen & Raggett). Benché gli effetti della sessuazione cerebrale non siano sostanzialmente modificabili in età adulta, nemmeno con “terapie” ormonali, il cervello è anche dotato di notevole plasticità e, entro certi limiti, è probabile che l’esposizione in età adulta a sollecitazioni ormonali diverse possa incidere sulla conformazione del cervello e, mediatamente, sul comportamento.

 

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