04/06/2013

Gli attacchi delle lobby internazionali hanno l’effetto contrario sul popolo polacco

Intervista al Dott. Pavel Wosicki, Presidente della Federazione Polacca delle Organizzazioni Pro-Life polacche

Durante il regime comunista, l’aborto era disponibile su richiesta. Vi sono statistiche affidabili sul numero degli aborti durante il regime?

Le statistiche ufficiali al tempo indicavano che il numero degli aborti era intorno ai 200.000 l’anno.
Tuttavia vi erano moltissimi aborti clandestini, quindi il numero reale potrebbe anche essere stato doppio. Va ricordato che i primi a introdurre l’aborto in Polonia sono stati i nazisti, che lo permettevano alle donne polacche, ma non alle donne tedesche.
Successivamente il regime comunista ha legalizzato ampiamente l’aborto.
Una legge, approvata nel 1993, vieta l’aborto salvo il caso di stupro, di pericolo per la vita della madre e in caso di malformazione dell’embrione, ma solo entro 12 settimane dal concepimento.

Quanti aborti hanno luogo in Polonia oggi?

Il numero di aborti è sceso drasticamente: da 105.333 aborti nel 1988, le ultime statistiche indicano solo qualche centinaio di interruzioni di gravidanza ogni anno. Purtroppo vi sono ancora aborti clandestini, ma è difficile stimarne il numero. Nel 2005 vi sono stati 56 casi confermati di aborto illegale, ma certamente ve ne sono di più.

E il numero d’infanticidi, e il numero di aborti fra i giovani?

Il numero d’infanticidi è sceso da 59 nel 1992 a 19 nel 2004 e anche gli aborti fra i giovani sono scesi dal 32,2% nel 1991 al 14,5% nel 2003.

Quindi la vostra legge non difende il diritto alla vita di tutti?
No: per esempio, purtroppo, non sono protetti i disabili, che avrebbero invece diritto alla Vita come tutti noi. Per cambiare questa pratica eugenetica dobbiamo continuare la nostra battaglia culturale, per cambiare la mentalità dei nostri concittadini.

È d’accordo con S.E. il Cardinale Stanislaw Dziwisz nel dire che “la Chiesa insegna chiaramente che i cattolici sono costretti a non accettare alcun compromesso e mirare solamente alla protezione totale della vita fin dal concepimento”?

Questo per me è assolutamente ovvio. Se la vita umana inizia dal concepimento, com’è confermato dalla scienza e dalla medicina, non vi è ragione per escludere alcuni esseri umani dalla protezione della vita. La storia conosce tanti genocidi di etnie e di disabili. Quindi non è possibile accettare alcun compromesso, soprattutto da parte di noi cattolici che crediamo che ogni essere umano possieda un’anima dal momento del concepimento.
Nell’Unione Europea sussiste un forte attacco della lobby omosessualista e delle forze che sostengono la teoria del genere e l’eugenetica.

Questa forte propaganda sta cambiando il punto di vista del popolo polacco in materia di aborto? Ci sono statistiche recenti che indicano cosa pensano i polacchi sull’aborto?

Le ultime statistiche indicano che il sostegno a favore del diritto alla vita è fortemente aumentato da quando la nuova legge protegge il concepito. Indubbiamente la legge ha influenzato l’opinione del popolo polacco. Fortunatamente, gli attacchi ingiustificati delle lobby internazionali hanno l’effetto contrario sul nostro popolo che è spesso irritato da questi poteri forti, la cui ideologia non è accettata dalla maggioranza. Infatti, nel 1992, il 26% dei polacchi approvava l’aborto, oggi solo il 16%.

Nonostante il diritto all’aborto non sia contemplato nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Corte europea di Strasburgo cerca di costringere la Polonia a far passare una legge che liberalizzi l’aborto. Cosa ne pensa?
La pressione degli organismi Europei, volta a costringere la Polonia a legalizzare l’aborto in ogni caso, è molto forte. Le nostre lobby femministe ne approfittano, lamentando la cosiddetta “violazione del diritto alla salute riproduttiva” e cercano di presentare la Polonia come un paese arretrato.
Purtroppo anche i grandi media sostengono l’aborto libero.

Il Governo polacco sostiene la famiglia in termini economici e sociali?

La povertà tra le famiglie, soprattutto fra le famiglie numerose, è allarmante. Questo è il risultatodella mancanza di una corretta politica governativa per la famiglia. Il sostegno sociale ed economico è purtroppo molto limitato.
Le nascite sono considerate come una questione privata dei genitori. Il risultato è catastrofico e la Polonia soffre oggi di una crisi demografica. Questa riduzione è anche dovuta al minor numero di matrimoni, all’aumento dell’infertilità e alle moderne attitudini verso il matrimonio.

Che cosa pensa della sentenza della Corte Europea dei diritti umani riguardo al caso di Alicja Tysiac?

(Alicja Tysiac aveva chiesto l’aborto perché fortemente miope e perché la gravidanza le avrebbe ulteriormente abbassato la vista. I medici, in base alla normativa polacca glielo hanno negato. La Corte di Strasburgo ha condannato la Polonia a pagare un sostanzioso risarcimento del danno alla Tysiac. N.d.R.)
Un giusto commento è stato fatto da uno dei giudici della stessa Corte Europea, Javier Borrego, che ha votato contro la sentenza ed ha dichiarato: “Oggi la Corte ha decretato che l’essere umano che nasce rappresenta una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Secondo questo ragionamento, c’è un bambino polacco, attualmente di 13 anni, il cui diritto di nascere sarebbe in contraddizione con la Convenzione. Non avrei mai pensato che il tribunale
andasse così lontano e ne sono semplicemente terrorizzato”.
Nel mese di giugno 2011, delle associazioni pro life polacche hanno raccolto più di 500.000 firme in due sole settimane per una proposta di legge per vietare l’aborto in tutti i casi. Questo disegno di legge, “Tutela della vita umana fin dal concepimento”, è stato respinto dal Parlamento solo per 5 voti. A ottobre 2012 la proposta di legge è stata nuovamente respinta dal Parlamento.

Cosa ne pensa e cosa crede sia necessario fare per contrastare le forze abortiste?

Lo strumento migliore è quello di mostrare la piena verità sull’aborto. Ad esempio, in Polonia, da qualche anno facciamo campagne di manifesti stradali.
In molte città esponiamo grandi cartelli che mostrano anche i corpi dei bambini uccisi con l’aborto e organizziamo numerose Marce per la Vita ogni anno. Pubblichiamo molto materiale per la Vita e lo distribuiamo soprattutto fra i giovani.
È difficile obiettare ai fatti. Nonostante ciò, gli abortisti sono spesso furiosi e violenti, ma noi combattenti per la Vita non dobbiamo averne paura.
Nonostante le forti pressioni da parte dell’UE e di altri organismi internazionali, sembra che vi siano sviluppi positivi per il diritto alla vita in vari paesi come Spagna, Russia, Liechtenstein e Malta.

Anche il PM turco, Erdogan, ha affermato che “l’aborto è omicidio”.Cosa ne pensa di questi sviluppi?
La prova che c’è un cambiamento può anche essere il successo dell’iniziativa europea “Uno di Noi” (www.oneofus.eu) che ha già raccolto un milione di firme. Questa è un’ottima occasione per battersi per la Vita e cambiare la mentalità dei cittadini europei, affinché la vita venga protetta dal concepimento alla morte naturale.

di Antonio Brandi

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