29/04/2016

La Polonia marcia valorosamente per la vita

Sul fronte della difesa del diritto alla vita la Polonia non si ferma e anzi rappresenta per l’Europa ed il mondo occidentale un faro da seguire.

Domenica scorsa, 24 aprile, a Varsavia e a Stettino vi sono state due Marce per la vita. Lo apprendiamo da LifeSiteNews.

Le manifestazioni, volute dai vescovi, hanno insistito fortemente nel chiedere l’abrogazione totale della legge sull’aborto, che peraltro è una delle più restrittive tra i Paesi dell’Unione europea. Abbiamo già parlato della volontà del governo (non a caso osteggiato da Bruxelles e dai progressisti interni) e della stessa Conferenza episcopale polacca, di rendere totalmente illegale l’omicidio dei nascituri.

Tra le testimonianze alla Marcia di Varsavia, significativa è stata quella del professor Bogdan Chazan, che nel 2014 ha perso il posto di lavoro in ospedale per essersi rifiutato di far abortire una donna incinta di un bimbo malato concepito con fecondazione artificiale (tecnica per la quale recentemente il nuovo governo ha tolto i finanziamenti pubblici). Il tutto è avvenuto ignorando il diritto alla libertà di coscienza e in un clima di intimidazione, tale da scoraggiare altri medici a seguire le sue orme.

Chazan ha mandato un messaggio molto chiaro ai politici, ricordando loro che votare a favore dell’aborto in fondo significa commettere lo stesso peccato di una mamma che uccide il suo figlio non ancora nato. Ha pure sottolineato che purtroppo il numero di aborti legali in Polonia è in crescita.

La Marcia per la vita più grande del Paese e tra le maggiori in Europa è quella di Stettino, giunta alla sua 14esima edizione (quella di Varsavia era invece la 11esima). In questa, circa 12.000 partecipanti hanno sfilato dalla statua di San Giovanni Paolo II fino alla cattedrale. La mobilitazione è stata organizzata dall’associazione cattolica Civitas Christiana e dalla Fondazione Little Feet (Fundacja Małych Stópek).

Al centro dell’attenzione quest’anno c’è stato il ruolo degli uomini, chiamati a custodire e proteggere la vita: un compito che richiede coraggio e valore, caratteristiche tipiche dell’essere maschile. Durante la marcia sono stati citati esempi e storie di uomini valorosi. Tra questi Witold Pilecki, uno dei fondatori dell’Armata Segreta Polacca: si offrì volontario per essere imprigionato ad Auschwitz in modo da poter raccogliere informazioni sulle atrocità ivi commesse e poter così organizzare meglio la resistenza. Un altro uomo valoroso portato ad esempio è stato San Massimiliano Kolbe, che nello stesso campo di concentramento ha offerto la sua vita al posto di un altro prigioniero.

Tra gli slogan della mobilitazione, i partecipanti hanno gridato: “Siamo l’esercito che difende la vita”. E la battaglia è solo all’inizio. Altri cortei pro-life in Polonia sono in programma per i mesi di maggio e giugno.

Se si riuscisse davvero a far passare il disegno di legge che vuole mettere al bando, senza eccezioni e compromessi, l’aborto dal Paese, sarebbe una vittoria epocale del movimento pro-life a livello mondiale. Segno evidente che “andare avanti” si può e che, se solo lo si vuole con determinazione, è possibile portare all’ordine del giorno il tema dell’aborto e della sua abrogazione. Magari vincendo.

Con la stessa convinzione saremo chiamati a scendere in piazza a Roma, domenica 8 maggio, per la VI edizione della Marcia per la Vita.

Redazione


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